Caso Almasri, domani l’informativa di Nordio e Piantedosi a Camera e Senato. Le opposizioni insistono: «Venga in Aula Meloni»
Riferiranno in Aula domani, mercoledì 5 febbraio, i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio sul caso scottante di Osama Almasri, il signore delle carceri libiche arrestato a Torino il 19 gennaio ma poi scarcerato e riportato a Tripoli con un volo di Stato. Alla Camera l’informativa che le opposizioni chiedevano con insistenza è stata fissata per le 12.30 di mercoledì, al Senato alle 15.30. «Il governo non scappa dal Parlamento, avevamo chiesto una piccola sospensione rispetto alla disponibilità già data dopo la notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati, ora si conferma che risponderanno a tutte le domande del Parlamento due ministri importanti come Nordio e Piantedosi», dice per il governo Luca Ciriani. Per qualche ora, la scorsa settimana, era stato lui stesso, quale ministro per i rapporti col Parlamento, in predicato di riferire in Aula. Alla fine la scelta è ritornata a cadere invece sui titolari di Interni e Giustizia. Non verrà dunque, come ampiamente anticipato, la premier Giorgia Meloni, come chiedevano le opposizioni. Alla Camera l’informativa non sarà trasmessa in diretta tv, come chiesto in conferenza dei capigruppo dalla maggioranza. Lo sarà invece quella in programma nel pomeriggio al Senato.
Il Pd: «Informativa con 15 giorni di ritardo»
Ora le opposizioni, dopo aver accarezzato l’idea di un nuovo Aventino e avviato pratiche di ostruzionismo per protesta contro la melina del governo, devono rivedere la strategia. «Ci prenderemo la loro informativa, d’altra parte è Nordio il primo responsabile tecnico e politico del cortocircuito su Almasri», dice in mattinata a Open Debora Serracchiani (Pd). «Ma di certo non accetteremo che gettino ancora una volta la responsabilità del pasticcio su altri – la magistratura, la Corte penale, le opposizioni». Nel pomeriggio però dal Senato è il capogruppo Francesco Boccia a reiterare la richiesta che sul tema riferisca la premier. «Le opposizioni unite continuano a chiedere la presenza del presidente del Consiglio che continua a non venire in Parlamento, qui in Senato la premier al question time manca da un anno e mezzo, siamo a metà legislatura e la presidente è venuta una volta sola. È molto grave». Così come lo è che Nordio e Piantedosi si presetino in Aula «con 15 giorni di ritardo» rispetto ai fatti. Resta il fatto, comunque, che «evidentemente la maggioranza ha preso atto che era molto imbarazzante dire ‘no’ a metterci la faccia, almeno nella discussione».
Avs e M5s: «Rispondano Meloni e Tajani»
Restano sulle barricate anche M5s e Alleanza Verdi e Sinistra. «Ma come, la scorsa settimana avevano cancellato la loro informativa dicendoci che non potevano venire in Aula poiché indagati (per l’atto d’ufficio della procura di Roma dopo la denuncia per favoreggiamento e peculato, ndr) e ora d’improvviso si riscopre che possono venire? Ma allora ci raccontano balle!», sbotta Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Avs alla Camera. Obiezione condivisa pure dal M5s. «Siamo davanti all’ennesima contraddizione del governo Meloni sul caso Almasri. Ci è stato detto che Giorgia Meloni non poteva venire in Aula per via del procedimento in corso, ma allora perché Nordio può? Meloni e Piantedosi hanno dato, una in un video e uno in Aula, due versioni diverse. Vogliamo capire chi mente e cosa è successo», tiene il punto parlando a Radio 1 il capogruppo alla Camera Riccardo Ricciardi. Prima di Nordio e Piantedosi, d’altra parte, ad essere audito in Parlamento sarà il ministro degli Esteri Antonio Tajani (domattina alle 8.30 alle Commissioni riunite di Camera e Senato), e anche da lui – sottolinea ancora Grimaldi a Open – dovrebbero arrivare risposte: «Ci sono in ballo i rapporti con l’Ue, con la Corte penale internazionale, con l’ambasciata all’Aja, oltre che con la Libia. Questi sono i nodi da sciogliere sulla vicenda. Chi meglio del ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio per farlo?».