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Smog, Frosinone è di nuovo la città con l’aria peggiore d’Italia, ma la Pianura Padana domina la classifica – Il report Mal’aria di Legambiente

04 Febbraio 2025 - 14:46 Antonio Di Noto
smog qualita aria
smog qualita aria
Per il secondo anno consecutivo il capoluogo laziale fa registrare il maggior numero di sforamenti dei limiti. Per migliorare la qualità dell'aria servono edifici isolati meglio, meno allevamenti e trasporti più puliti

È ancora una volta Frosinone la città italiana con la peggiore qualità dell’aria secondo il rapporto Mal’aria di Legambiente. Nel corso del 2024, nel capoluogo laziale sono stati registrati 68 giorni in cui i valori di Pm10 hanno superato i limiti di legge, fissati a 50 microgrammi ogni metro cubo. Il centro ciociaro domina una triste classifica che come di consueto vede ai primi posti i centri medi e grandi della Pianura Padana. A Frosinone segue Milano (68 sforamenti). Scendendo ancora ci sono Verona (66), Vicenza (64), Padova (61), Venezia (61). Poi Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti e Ravenna.

Le nuove regole nel 2030 (e la deroga per la Pianura Padana)

In totale, sono 25 i capoluoghi di provincia, su 98 di cui erano disponibili i dati, ad aver superato i limiti per almeno 35 giorni l’anno i 50 µg/mc. Tuttavia, fa notare Legambiente «lo scenario cambierà con l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, a partire dal 1° gennaio 2030. Per il PM10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto. Al 2030, 70 città sarebbero dunque fuorilegge». Tuttavia, quando all’inizio dello scorso anno è stato dato il via libera alle nuove regole europee, le città della Pianura Padana hanno ottenuto una deroga, che consentirà loro di applicare i nuovi limiti dal 2040 se rispetteranno alcuni requisiti da qui ai prossimi cinque anni.

Come migliorare la qualità dell’aria

La deroga è stata concessa principalmente per via delle particolari condizioni morfologiche della valle del Po. Quasi interamente circondata da montagne, la pianura del Nord Italia è soggetta a un basso ricambio dell’aria. L’alta densità abitativa, i trasporti a motore, i riscaldamenti e gli allevamenti intensivi fanno il resto, rendendone l’aria una delle peggiori d’Europa. La situazione è migliorata nel corso degli anni, ma non abbastanza. Per questo, Legambiente chiede che vengano intensificati gli sforzi, per alleggerire le strade dai veicoli inquinanti, le campagne dagli allevamenti intensivi, e le tasche dei cittadini dalle bollette del riscaldamento, che potrebbero scendere con un adeguato isolamento degli edifici.

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