Veronica, il revenge porn dal calciatore e il pm che voleva fermarla: «Grazie ai carabinieri»
Veronica Garbolino, 24 anni, è la ragazza che ha subito revenge porn dall’ex calciatore del Torino Demba Desk. Il gup ha condannato a un anno, 9 mesi e 10 giorni l’ex pm di Torino Enzo Bucarelli (tifoso granata) imputato per frode in processo penale e depistaggio in merito al caso. Bucarelli ha chiesto e ottenuto l’archiviazione. «Sono contenta. Quasi non ci credo. Due anni fa entravo nello studio delle mie legali per la prima volta. Avevo appena scoperto che il mio ex aveva girato i video dei nostri rapporti sessuali a mia insaputa. È passato tanto tempo da quel giorno. Ci sono stati mesi di silenzio. Non era un caso facile», dice lei oggi a La Stampa.
Veronica Garbolino
Poi racconta la storia del pm che le ha fatto cancellare i video: «Avevo denunciato Seck per revenge porn. Il pm titolare dell’indagine mi aveva convocata nel suo ufficio. Mi diceva cose che mi sembravano strane. Intendo dire, strane perché dette da un magistrato. Diceva che non mi conveniva andare avanti. Che Seck non aveva diffuso i video. Ma io sapevo che non era vero. I due agenti erano nella stanza. Mi hanno guardata. Quando sono rimasta, dopo, sola con loro, mi hanno detto: Veronica, potresti essere nostra figlia. Vai avanti con questa storia perché c’è qualcosa che non va». E lei è andata avanti: Anche se non sono esperta, lo sentivo, da donna, che nelle parole di quel pm c’era qualcosa di strano. Voleva convincermi a non procedere contro il calciatore. Mi ha convinta del fatto che Seck non avesse divulgato video. E così ho firmato una transazione tombale. Senza sapere il vero. La posizione di Seck è stata archiviata».
L’archiviazione
Garbolino dice a Elisa Sola di aver «saputo solo dopo che altri magistrati stavano indagando sul comportamento del pm. Sono contenta della sentenza per questo. Ha un valore psicologico per me. Non mi importa nulla dei soldi che il magistrato dovrà risarcirmi». E che la forza di denunciare gliel’ha data «L’atteggiamento dei carabinieri di Ciriè, a cui mi sono rivolta la prima volta per la denuncia. La forza che mi hanno dato le mie avvocate, Alessandra Lentini e Silvia Lorenzino. Lo sguardo e le parole di quei due finanzieri che, mentre il pm mi diceva che avrei dovuto lasciare perdere, mi guardavano facendomi intendere che non avrei dovuto ascoltarlo». Infine: «Rifarei tutto. Bisogna denunciare. Tutte dobbiamo farlo. Non siamo noi a doverci vergognare, ma chi commette abusi».