Adriano Aragozzini e il Festival di Sanremo: «Amadeus si crede Gesù Cristo. Carlo Conti? Ha scelto cantanti sconosciuti»
![adriano aragozzini amadeus carlo conti](https://static.open.online/wp-content/uploads/2025/02/adriano-aragozzini-amadeus-carlo-conti.jpg)
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Adriano Aragozzini, impresario, è stato il patron del Festival di Sanremo per anni. Ha pubblicato l’Antologia del Festival edita da Rusconi nel 1990 e un’altra enciclopedia sempre su Sanremo con Rai Eri nel 2013. Nel 2017 «Questa sera canto io», edito da La nave di Teseo. E oggi con il Corriere della Sera parla di quei tempi: «Come patron nel 1989, 1990 e 1991 e come produttore esecutivo nel 1992 e 1993, direi meraviglioso! Ho avuto rapporti stupendi con case discografiche, artisti e tutti i politici sanremesi. E ovviamente tutta la Rai. Il problema è nato quando la Rai ha affidato la direzione artistica ai vari presentatori e a volte anche ai cantanti (Claudio Baglioni e Gianni Morandi, ndr). Il più grande e poliedrico di tutti è stato Pippo Baudo. Tutti gli altri presentatori e cantanti non sono stati all’altezza del Festival».
Amadeus
Aragozzini dice a Mario Luzzato Fegiz di aver avuto problemi con Amadeus «perché ho scoperto di avere a che fare con uno che pensava di essere Gesù Cristo… Un anno non ha ammesso al Festival una canzone di Luis Bacalov, premio Oscar a Hollywood per la musica. Non ha capito che si trattava di una grande canzone, o forse non ha scartato la canzone ma ha scartato Aragozzini…». Con Carlo Conti invece ha un rapporto migliore «perché è un signore. Lui mi ha respinto una canzone che musicisti italiani famosi, cantanti e autori di grande successo a Sanremo hanno giudicato meravigliosa. Ora aspetto di sentire tutte le canzoni di questo festival e poi parlerò. Noto intanto che Conti ha scelto un cast di cantanti per lo più sconosciuti alla maggioranza del pubblico italiano».
La commissione di ascolto
Aragozzini dice che quando era lui l’organizzatore per scegliere le canzoni aveva «una mia commissione di ascolto. Ma c’era anche una commissione composta da sindacati Cgil, Cisl e Uil che controllavano l’apertura delle buste con le canzoni. Si aveva la certezza che l’organizzatore o patron ascoltasse tutte le canzoni. Oggi questa prova non esiste. Adesso viene deciso tutto da trattative private, alla faccia della trasparenza». Biagio Agnes lo ha sempre coperto dandogli carta bianchi: «Solo una volta, quando la band dei Nomadi passò dal campo dei socialisti alla sinistra democristiana, mi chiese di inserirli nella gara. Mandarono una canzone a mio giudizio non bella e io non l’accettai al Festival. Agnes si arrabbiò moltissimo con me».
Un trionfo
L’impresario spiega cosa ha detto ad Agnes: «Mi disse: “Io non voglio assolutamente che Baudo, uscito dalla porta, rientri dalla finestra”. Poi con aria seria aggiunse: “Tu te la senti di organizzare il Festival e ottenere grande successo?”. Io risposi serissimo: “Biagio, io non ti posso garantire un successo”. Lui rimase serio e quasi senza parole, ma io aggiunsi subito dopo: “Io ti garantisco un trionfo”. Si mise a ridere e subito dopo mi disse: “Comincia a pensare seriamente come ottenere questi trionfi”». E ricorda: «Nel 1990 ottenni nella serata finale uno share del 76,26%, il più alto mai realizzato tranne un ascolto di Pippo Baudo con pochi centesimi di ascolto in più del mio Festival. Inoltre presentai per la prima volta i cantanti stranieri che interpretavano le canzoni degli artisti italiani nella loro lingua. Questa è stata la più grande promozione della musica e degli artisti italiani nel mondo».
Rod Stewart
L’esperienza che ricorda di più è «la cacciata di Rod Stewart. Lui aveva un accordo per due canzoni. Ma poco prima di andare in scena disse che ne avrebbe eseguito una sola. Così gli dissi che poteva rientrare direttamente in albergo. La stampa e il pubblico mi appoggiarono». Quanto contano ai fini dell’ascolto i presentatori? «Poco, a parte Baudo». Lui sceglierebbe «La giornalista Giorgia Cardinaletti».