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Caso Almasri, Elly Schlein al veleno contro Meloni: «Presidente del Coniglio, basta scappare». Nordio? «Difende un torturatore» – Il video

05 Febbraio 2025 - 13:45 Diego Messini
La segretaria del Pd replica all'informativa dei ministri alla Camera: «È la premier la vera responsabile, risponda all'Italia e non ai suoi follower»

«Lei, Nordio, ha parlato in Aula non da ministro della Giustizia, ma da avvocato difensore di un torturatore. E lei, Meloni, più che una presidente del Consiglio pare una presidente del Coniglio. Smetta di scappare». È una Elly Schlein scatenata quella che interviene alla Camera in replica all’informativa resa dei ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi sulla vicenda dell’arresto, scarcerazione ed espulsione di Najem Osama Almasri. La segretaria del Pd parla di una «giornata triste per la democrazia», perché in Aula si sono presentati, «dopo due settimane», Nordio e Piantedosi, quando a riferire sarebbe dovuta essere la premier Giorgia Meloni. È lei, per Schlein, la vera responsabile del pasticcio combinato dal governo su Almasri, e lei l’obiettivo primario della sua intemerata. «Ancora una volta manca di rispetto all’Aula e al Paese. Non deve spiegare ai suoi folllower su Instagram ma all’Italia, la cui credibilità è stata sfregiata dalla scelta di liberare e riaccompagnare a casa con tutti gli onori un torturatore libico», punta il dito la leader del Pd. Inchiodando la premier al tradimento della sua celebra promessa di «dare la caccia ai trafficanti di migranti in tutto il globo terracqueo». Ecco perché Schlein accusa Meloni di essere una «presidente del Coniglio, scappa dalle sue responsabilità». Mentre dovrebbe rispondere in primis alla richiesta di giustizia delle vittime delle torture di Almasri, «che se lo sognano ancora la notte» e vogliono sapere «come fa una donna madre e cristiana a liberare un torturatore di bambini».

Le accuse a Nordio e le domande senza risposta

A Nordio e Piantedosi la segretaria Pd non fa passare comunque nulla. Il primo, che in Aula ha attaccato a muso duro la Cpi per i passi falsi e le incogruenze sul mandato d’arresto, è accusato esplicitamente di aver «parlato da avvocato difensore di un torturatore». Poi Schlein elenca le troppe domande ancora senza risposta. «Perché, se era informato dal giorno dell’arresto, non ha risposto trasmettendo gli atti? Non ha fatto in tempo a tradurre 40 pagine dall’inglese o le ha lette così bene da rinvenire i vizi?». E ancora, «se davvero era un cavillo giuridico perché non lo avete fatto arrestare un minuto dopo? Ha detto che stava valutando gli atti della Cpi quando un Falcon di Stato già attendeva sulla pista dell’aeroporto di Torino il torturatore per riportarlo a casa. Non vi siete coordinati? Ma che cosa doveva valutare? Il ministro deve trasmettere gli atti, non valutarli!». La conclusione, durissima, è dunque che Nordio «non solo non ha letto la legge, l’ha violata davanti al Paese».

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