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Rocco Hunt e il suo Sanremo tra hit e nostalgia: «Non voglio diventare la caricatura di me stesso» – L’intervista

05 Febbraio 2025 - 12:47 Gabriele Fazio
Il rapper di Salerno nel 2014 ha vinto Sanremo Giovani con «Nu juorno buono». Negli ultimi anni tanti i tormentoni estivi che portano la sua firma

«Non è una canzone che dà delle risposte ma ha l’umiltà di fare delle domande». Rocco Hunt è cresciuto. Non è più il ragazzino di Nu juorno buono del 2014. Con il tempo è diventato anche quello dei tormentoni estivi di grande successo, da A un passo dalla luna e Un bacio all’improvviso, entrambi in featuring con Ana Mena, a Ti volevo dedicare (feat. J-AX e Boomdabash), fino a Caramello con Elettra Lamborghini. C’è grande curiosità dunque per l’ascolto di Mille vote ancora, il brano con cui torna in gara al Festival di Sanremo, per capire in che punto della sua carriera si trova il rapper salernitano, apripista della svolta popolare del rap in dialetto campano. La risposta è: nel mezzo. Mille vote ancora infatti rappresenta un’evoluzione più adulta, il bisogno di affrontare tematiche più serie, in questo caso la nostalgia di casa di chi è costretto ad abbandonare la propria terra per cercare di realizzarsi altrove, ma senza dimenticare le origini. La canzone porta una nuova impronta, che vive della capacità di confezionare i suoi brani dandogli grande accessibilità ed efficacia. «Molti giovani hanno avuto me come punto di riferimento – dice infatti a Open -, poi si cresce. Ho voglia di fare anche altro, altrimenti si rischia di ripetersi e diventare la caricatura di se stessi. Penso che un determinato tipo di rap lo debba fare chi ha l’età giusta e l’immaginario giusto per farlo».

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