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Mattarella: la frecciata contro Musk, i rischi su dazi e dittatura. La condanna su Putin e l’Ucraina: «Come il Terzo Reich»

05 Febbraio 2025 - 19:13 Ygnazia Cigna
sergio mattarella
sergio mattarella
La lectio magistralis del capo dello Stato agli studenti dell'università di Marsiglia. «Impariamo dalla Storia» dice il presidente, soprattutto a proposito dei tentativi di protezionismo, tanto simili a quelli falliti del passato

Non ha fatto sconti a nessuno Sergio Mattarella nella sua lectio magistralis all’Università di Marsiglia, dove, senza nominarli direttamente, ha puntato il dito contro alcune delle figure più influenti del panorama internazionale attuale. Dall’invasione russa di Vladimir Putin in Ucraina ai dazi di Trump, fino alle ambizioni di Elon Musk, il presidente della Repubblica ha denunciato l’ascesa di «neo-feudatari del Terzo millennio», personaggi che aspirano a esercitare un potere quasi assoluto su beni comuni fondamentali come il cyberspazio e lo spazio extra-atmosferico. Con un chiaro riferimento a Musk, Mattarella ha messo in guardia dal rischio di concedere «patenti di signoria» a questi «nuovi corsari della modernità, capaci di sfidare le sovranità democratiche». Parole dure anche sulla guerra in Ucraina, che il capo dello Stato ha paragonato, senza mezzi termini, al «progetto del Terzo Reich in Europa»: non una competizione tra nazioni, ma una logica di «dominazione» che minaccia la cooperazione e i valori democratici.

«Protezionismo di ritorno? Impariamo dalla Storia»

«Oggi assistiamo a fenomeni di protezionismo di ritorno», ha proseguito nel suo intervento, affrontando i temi attualmente più delicati a livello internazionale. Nel suo intervento, ha lanciato un monito chiaro riguardo ai rischi del protezionismo e dell’indebolimento delle organizzazioni internazionali, con confronti diretti tra la storia del Novecento e le sfide attuali. «Oggi assistiamo a crisi economiche, protezionismo, sfiducia tra gli attori mondiali e forzatura delle regole liberamente concordate», ha dichiarato Mattarella, sottolineando come questi stessi elementi abbiano contribuito, nel secolo scorso, al fallimento della Società delle Nazioni. Un destino segnato, secondo il presidente, anche dalla mancata adesione degli Stati Uniti, nonostante il presidente Woodrow Wilson fosse stato uno dei promotori di quell’organismo internazionale.

Il rischio di un isolamento globale

L’attualità politica conferma i timori espressi dal capo dello Stato. Donald Trump, infatti, ha firmato un ordine esecutivo che prevede il ritiro degli Stati Uniti dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Unhcr). Inoltre, ha imposto una revisione dei finanziamenti a diverse agenzie dell’Onu, tra cui la sospensione dei fondi destinati all’Unrwa, l’organizzazione che fornisce assistenza umanitaria ai profughi palestinesi. «Oggi, come allora, si allarga il campo di quanti, ritenendo superflue se non dannose per i propri interessi le organizzazioni internazionali, pensano di abbandonarle. Interessi di chi? Dei cittadini? Dei popoli del mondo? Non risulta che sia così. Le conseguenze di queste scelte, la storia ci insegna, sono purtroppo già scritte», ha ammonito Mattarella, sottolineando come l’indebolimento della cooperazione internazionale rischi di portare a “nuove” instabilità globali.

L’Europa di fronte a un bivio

La riflessione del Capo dello Stato ha posto particolare enfasi sul ruolo dell’Unione europea. Secondo Mattarella, il vecchio continente si trova davanti a un momento decisivo, «un bivio», per il suo futuro: «L’Ue è uno degli esempi più concreti di integrazione regionale ed è, forse, il più avanzato progetto di pace e democrazia nella storia. Rappresenta senza dubbio una speranza di contrasto al ritorno dei conflitti provocati dai nazionalismi». In un momento storico come quello attuale, carico di tensioni geopolitiche e spinte isolazioniste, il presidente ha ribadito la necessità di un’Europa forte e coesa, capace di essere un punto di riferimento stabile per la comunità internazionale. «Gli interlocutori internazionali devono sapere di avere nell’Europa un saldo riferimento per politiche di pace e crescita comune», ha dichiarato a studentesse e studenti presenti alla conferenza. Mattarella ha concluso il suo intervento con un monito chiaro, affinché non si ripetano gli errori del passato: «Chiunque pensi che questi valori siano sfidabili sappia che, sulla scia dei suoi precursori, l’Europa non tradirà libertà e democrazia».

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