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Tajani dribbla le domande su Gaza: «Trump vuole deportare i palestinesi? Solo dichiarazioni». Boldrini: «È pulizia etnica» – I video

05 Febbraio 2025 - 10:43 Simone Disegni
Il ministro degli Esteri in audizione alla Camera commenta controvoglia la «sparata» del leader Usa sul Medio Oriente: «Noi restiamo per due popoli e due Stati»

«Non commento le dichiarazioni, contano i fatti. Quando ci sarà una proposta operativa, vedremo». La proposta del presidente americano Donald Trump di deportare la popolazione palestinese da Gaza verso altri Paesi della regione e fare della Striscia la “riviera del Medio Oriente”, sotto il controllo Usa, ha sconquassato le agende delle cancellerie mondiali nella notte. E diventa l’elefante nella stanza pure dell’audizione alle Commissioni Esteri di Camera e Senato Antonio Tajani. Per quasi 90 minuti il ministro degli Esteri prova a fare buon viso a cattivo gioco ed attenersi al “mandato” previsto: riferire sugli esiti del Consiglio Esteri Ue del 27 gennaio. Dettaglia la posizione del governo italiano su tutti i dossier – dall’Ucraina al Sudan, dalla Nato allo stesso Medio Oriente. Ma le affermazioni di Tajani paiono tremendamente “vecchie” di fronte al salto in avanti compiuto da Trump nella tarda serata italiana durante la conferenza stampa col premier israeliano Benjamin Netanyahu. Un po’ tutti se ne accorgono, e alla fine, di fronte alle insistenza dell’ex presidente della Camera Laura Boldrini, Tajani è costretto a spendere qualche parola. Visibilmente controvoglia. «Sull’evacuazione dei civili da Gaza la risposta di Egitto e Giordania è stata negativa, quindi mi pare un po’ difficile. La posizione mia e del governo non è cambiata: siamo per la soluzione due popoli due Stati e siamo anche pronti a contribuire a una missione militare di pace per riunificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania», chiarisce Tajani. Fermo restando, appunto, che quelle della notte sono «dichiarazioni» e l’Italia attende, se davvero ci sarà, di vedere l’eventuale «proposta operativa» della Casa Bianca di Donald Trump.

La missione di Tajani in Israele e il futuro della Striscia

In precedenza, Tajani aveva dribblato la spinosa questione concentrandosi piuttosto sulle iniziative dell’Italia per garantire la tenuta del cessate il fuoco a Gaza e la ricostruzione della Striscia. «Domani tornerò in Israele insieme alla ministra Anna Maria Bernini e al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio per consegnare i carichi di beni di prima necessità raccolti dall’Italia con l’iniziativa Food 4 Gaza». Beni che riempiranno 15 camion di aiuti che il personale del Programma alimentare mondiale dell’Onu porterà nella Striscia. Con la delegazione di governo, è l’ulteriore annuncio, viaggerà anche una squadra di medici degli ospedali Regina Margherita di Torino e Umberto I di Roma che si occuperanno di prestare assistenza ai civili palestinesi feriti o malati, «in contatto con l’Anp, che è il nostro unico interlocutore». Infine Tajani ha messo l’accento sull’importanza del ridispiegamento della missione Ue EuBam per pattugliare il valico di Rafah, da poco riaperto, «snodo fondamentale per l’accesso umanitario e la ripresa della Striscia» che presto, ha evidenziato il vicepremier «sarà gestito da personale dell’Anp in uniforme, un passo importante verso il ritorno a un suo ruolo di gestione degli affari civili nella Striscia». D’altra parte, riaffermata l’importanza di lavorare verso una soluzione due popoli due Stati per il conflitto israelo-palestinese, l’Italia condivide con gli Usa l’importanza di dare nuovo slancio agli Accordi di Abramo di normalizzazione dei rapporti tra Israele e altri Paesi arabi della regione, a cominciare dall’Arabia Saudita. «È tempo di riannodare i fili», ha detto Tajani.

L’affondo di Boldrini su Gaza (e Almasri)

Difficile le risposte di Tajani sull’ultima «sparata» di Trump abbiano soddisfatto le attese di Laura Boldrini, che intervenendo nel corso dell’audizione aveva denunciato come la proposta di fare di Gaza una nuova “riviera del Medio Oriente” «sa di pulizia etnica». «Non c’è altro modo per definirlo. Sarebbe per il popolo palestinese una nuova Naqba, dopo quella che hanno già vissuto nel 1947-48, perché è chiaro che non ci sarebbe per loro alcun diritto al ritorno». Nel pressing in audizione, la deputata Pd ha anche provato a chiedere conto a Tajani delle azioni del governo sul caso Almasri. Ma anche su questo il tentativo è andato a vuoto: «Non tocca a me rispondere su Almasri. Il ministero degli Esteri non è stato neppure sfiorato dalla vicenda, che è stata di competenza del ministero della Giustizia», ha ribadito il leader di Forza Italia, ricordando come a riferire alle Camere sulla vicenda, «dando soddisfazione a tutte le vostre richieste», saranno oggi i ministri di Interni e Giustizia Piantedosi e Nordio.

In copertina: Il ministro degli Esteri Antonio Tajani in audizione alla Camera con i presidenti delle Commissioni Esteri di Camera e Senato Giulio Tremonti e Stefania Craxi – Roma, 5 febbraio 2025 (ANSA/VINCENZO LIVIERI)

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