Rinnovabili, flessibilità e comunità energetiche: il manifesto Octopus «per rivoluzionare il mercato»
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Una mano tesa al consumatore, dalla protezione della privacy all’abolizione dei “costi strani in bolletta”. E uno sforzo di regolarizzazione del mercato che valorizzi le aree con impianti di energia green, abolendo il Prezzo Unico Nazionale, e favorisca i nuovi impianti. È la proposta che Octopus Energy ha presentato all’interno del suo Manifesto di dieci punti strategici. «Tutti vogliono bollette più basse, ma quando arriva il momento di decidere le regole del gioco tutto resta fermo», ha commentato il Ceo della multinazionale, Giorgio Tomassetti. L’obiettivo è cambiare radicalmente il mercato per ridurre i costi e accelerare la transizione verso le rinnovabili, in un dialogo duplice con il consumatore e – soprattutto – con le istituzioni. Punto cruciale di questo processo è il concetto di flessibilità. Nei momenti di picco della domanda, si pensi all’invasione dell’Ucraina di tre anni fa, il sistema energetico italiano si affida ancora a fonti costose e inquinanti come gas e carbone. Una scelta che penalizza il Paese sia a un livello economico che ambientale. «È il momento di cambiare e investire in batterie domestiche e tecnologie intelligenti», si legge al punto nove del Manifesto. Soluzioni più convenienti nonché garanzia di una maggiore indipendenza energetica.
Le comunità energetiche e la fatica delle istituzioni
In attesa che il dialogo con le istituzioni si concretizzi, Octopus Energy ha evidenziato la necessità di sviluppare sempre più comunità energetiche. Si tratta di libere associazioni di cittadini, pubbliche amministrazioni e imprese che si uniscono per produrre (e ovviamente condividere) energia da fonti rinnovabili. È necessario, però, un intervento per snellire i tempi di approvazione e per garantire incentivi a chi sceglie di mettersi in proprio e staccarsi dai grandi fornitori. La vera sfida, alla fine, rimane quella di collaborare con istituzioni e aziende per trasformare le proposte in realtà: «Non si può sperare di migliorare le cose se non si ha il coraggio di cambiare», ha detto Giorgio Tomassetti. Allentare la presa sui consumatori, anzi sostenerli nella loro volontà di innovare, sembra il primo ostacolo da superare.