Il caso del «Rosso Jannik» non finirà in tribunale. Sinner fa scrivere all’avvocato per quelle bottiglie di Primitivo: «Niente causa, a una condizione»
Quello che hanno fatto a Manduria, patria del vino primitivo, è stato un palese uso non autorizzato dell’immagine di Jannik Sinner. Questo probabilmente lo sapevano già i produttori di vino tarantini, che avevano pensato bene di dedicare una selezione del rosso pugliese al campione azzurro di tennis. Ma l’avvocato dell’altoatesino ha voluto metterlo in chiaro, nero su bianco, anche con il Comune di Manduria, che però non dovrà più difendersi in tribunale. Il vino era stato prodotto dalla Vineria Baldari, dell’assessore comunale all’agricoltura, su incarico dello showman Gianni Ippoliti, con la collaborazione del Comune di Manduria.
Tutto di fatto perdonato per quel «Roso Jannik», come riporta il Corriere del Mezzogiorno. Il numero uno del tennis mondiale ha deciso di chiudere la questione, anche se resta aperto il dibattito tra i produttori del Primitivo, che chiedono chiarezza sull’autenticità del prodotto, e Isidoro Baldari, assessore e imbottigliatore del vino destinato in dono all’atleta, attualmente fermo presso il Comune di Sesto Pusteria.
L’avvocato di Sinner aveva comunicato ufficialmente la volontà del suo assistito quasi un mese fa con una lettera indirizzata agli uffici comunali di Manduria, da cui sono trapelate poche informazioni. Infatti, il danno d’immagine sembra aver colpito soprattutto il Comune stesso. Le 73 bottiglie di «Rosso Jannik», imbottigliate dalla Vineria Baldari e inviate come regalo natalizio in Trentino, hanno suscitato polemiche tra i viticoltori del Primitivo di Manduria, in particolare il Consorzio di tutela. Il motivo principale è l’assenza della fascetta di tracciabilità obbligatoria per le certificazioni Doc o Docg, ma è stato anche sollevato il dubbio sulla reale provenienza del vino.