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Andrea Delmastro: «Il tribunale mi sta per condannare ma io non mi dimetto»

giorgia meloni andrea delmastro condanna dimissioni
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Il sottosegretario alla Giustizia attende per il 20 febbraio la sentenza sul caso Cospito. Ma vuole rimanere al suo posto. E Meloni sembra d'accordo

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio a Roma. Il 20 febbraio è attesa la sentenza. La storia è quella che risale al 31 gennaio 2023 e coinvolge il coinquilino e compagno di partito Giovanni Donzelli. Il quale si è presentato in parlamento per rivelare le visite ricevute dall’anarchico Alfredo Cospito al 41bis. In particolare quelle degli eletti Pd Debora Serracchiani, Walter Verini e Andrea Orlando. Proprio grazie a informazioni passategli da Delmastro. Che secondo l’accusa non poteva farlo. Delmastro oggi dice al Foglio: «Il tribunale mi condannerà. Me lo sento. Ma non mi dimetterò»

La storia

Delmastro dice che il suo caso e quello di Daniela Santanchè sono diversi. Per questo dice che non intende dimettersi. Anche se è dubbioso: « No, spero di no. Con Giorgia ne parlammo quando iniziò il processo». Donzelli aveva parlato delle registrazioni acquisite nel carcere di Sassari. In cui l’anarchco aveva parlato con boss di camorra e ‘ndrangheta che condividevano con lui l’ora d’aria. Oltre al 41 bis, che i capimafia ovviamente odiano perché non permette loro di avere alcun contatto con l’esterno. Dopo le parole di Donzelli alla Camera Angelo Bonelli di Avs deposita un esposto in procura perché le intercettazioni sarebbero state secretate. L’accusa presenta una richiesta di archiviazione. Ma il Gip lo manda lo stesso a processo attraverso l’imputazione coatta.

La limitata divulgazione

Il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari dice che con un rinvio a giudizio «così inconsueto non ci sono le condizioni per un passo indietro». Nell’ultima udienza del processo, l’ex capo del Dap Francesco Basentini difende il sottosegretario. Sostenendo che la «limitata divulgazione» di quell’atto su Cospito era riferita al personale penitenziario, ma non a Delmastro, delegato dal ministro a occuparsi di quell’ambito. Ma in via della Scrofa nessuno pensa che questo basterà per evitare la condanna. Visto che a Roma il tribunale vuole «fare politica». Per questo Delmastro si aspetta la condanna. E per questo Meloni alla fine lo salverà. Lasciandolo al suo posto.

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