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«Pronto, è il dentista di Nordio?». Così Il Fatto Quotidiano provò a incastrare il ministro: ma era un omonimo

carlo nordio marco travaglio telefonata dentista
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I cronisti chiamarono per una seduta di igiene dentale. La segnalazione del ministero e la comunicazione di reato. E il dentista ora dice: «Mai avuto in cura Nordio»

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Un dentista di Padova, Gian Antonio Favero. I giornalisti del Fatto Quotidiano. Sono i protagonisti di una vicenda grottesca che finirà ora nelle aule di tribunale. Tutto comincia, per lo meno pubblicamente, il 20 settembre scorso, quando Il Fatto pubblica la notizia che Favero, condannato per abuso d’ufficio, potrà chiedere la cancellazione della sentenza grazie all’abolizione di quel reato voluta proprio da parte di Nordio e del governo Meloni. C’è però un antefatto, si scopre ora, che ha portato a una comunicazione di notizia di reato (Cnr) nei confronti del quotidiano di Marco Travaglio. È partita dagli uffici della Polizia Penitenziaria ed è arrivata alla procura di Roma, racconta oggi Il Giornale in un articolo a firma di Luca Fazzo. Il quotidiano ha scritto che Favero «ora può ringraziare lo storico paziente e amico per l’insperato regalo che gli permette di ripulirsi la fedina penale». La condanna a un anno per abuso d’ufficio è arrivata per l’accusa di aver dirottato verso una clinica privata alcuni pazienti che si rivolgevano all’ospedale pubblico in cui lavorava per un impianto. Ma c’è un problema. Anzi due.

La seduta dal dentista (prenotata dal Fatto Quotidiano)

Il giorno prima della pubblicazione dell’articolo, ovvero il 19 settembre, al centralino riservato del ministero della Giustizia arriva una chiamata da parte dello studio dentistico di Favero a Treviso. La segretaria Elena racconta di aver ricevuto una telefonata da parte di un sedicente «appartenente alla segreteria del ministro», che chiedeva un appuntamento per una seduta di igiene dentale a dicembre. Elena a quel punto fissa l’appuntamento ma richiama il ministro. «La stessa ha riferito che alle ore 14,58 dal numero 0632818*** una persona con voce maschile che si è presentata come membro della segreteria particolare del ministro Nordio ha richiesto un appuntamento per una seduta di igiene dentale per dicembre. La signora ha fissato l’appuntamento per il 20 dicembre 2024. L’interlocutore ha confermato il giorno e l’orario aggiungendo che il ministro sarebbe stato accompagnato da due uomini di scorta». La segretaria prova a richiamare ma nessuno risponde. E a quel punto scattano gli accertamenti della Sicurezza del Ministero. «Lo scrivente effettuava un accertamento sull’utenza telefonica che risultava essere intestata Editoriale Il Fatto spa», si legge nell’appunto conclusivo. L’idea è che l’autore della telefonata volesse accertarsi del fatto che Favero fosse il dentista di Nordio. Ma per farlo, secondo la polizia penitenziaria, ha commesso il reato di sostituzione di persona.

Carlo Nordio? Sì, ma quello sbagliato

C’è di più, però. Perché secondo il ministero della Giustizia quel Favero non è mai stato il dentista di Nordio. O meglio, aveva sì in cura un “Carlo Nordio”, ma non si trattava del Guardasigilli. Era un omonimo, secondo via Arenula. Ricostruzione confermata nel pomeriggio dallo stesso professionista. «Carlo Nordio e nemmeno nessun altro dei suoi familiari è stato un paziente delle mie cliniche, tantomeno sono stato mai interpellato dal ministro per un consulto di qualsiasi tematica legata alla mia abilitazione», ha dichiarato all’Ansa Gian Antonio Favero, che risulta essere titolare di varie cliniche odontoiatriche, non solo in Veneto. Il professionista trevigiano ha inoltre sottolineato che già dopo l’uscita della notizia sul Fatto Quotidiano dello scorso 20 settembre ha presentato «una denuncia contro l’autore del testo dando mandato al mio legale, Sara Franchini, del foro di Venezia per false notizie». Insomma oltre che illegale il giochetto telefonico sarebbe stato pure vano. Ciò non toglie che lo stesso Nordio – quello vero – ora ha dato mandato al suo legale di intraprendere «le azioni di conseguenza» contro Il Fatto Quotidiano.

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