L’Italia non sostiene la Cpi all’Onu, l’affondo di Conte e Schlein e quella stoccata di Mattarella al governo
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«È una vergogna che l’Italia abbia deciso di non firmare la difesa della Corte Penale internazionale». A dirlo è la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, durante il congresso di +Europa, riferendosi alla decisione del governo di non apporre la firma sul documento redatto per difendere la Cpi dall’iniziativa di Donald Trump di imporre sanzioni ai giudici dell’Aja. «Abbiamo fatto bene a fare una conferenza insieme per chiedere chiarezza sul torturatore libico riaccompagnato a casa con un volo di Stato», continua la dem, che chiede ancora una volta alla premier Giorgia Meloni di «venire in Parlamento» a chiarire anche sul caso Almasri. Anche perché – a detta di Schlein – il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e quello della Giustizia Carlo Nordio, intervenuti in aula il 6 febbraio scorso, «non hanno dato risposte» e hanno continuato «a contraddirsi tra loro».
Dall’Aja a New York
I due dossier, le annunciate sanzioni finanziarie e sui visti ai giudici e il caso del torturatore libico, rilasciato dal governo Meloni, hanno due punti di incontro: l’Aja e New York. Nella capitale olandese ha, infatti, sede la Corte penale internazionale, oggetto dell’annunciato ordine esecutivo della Casa Bianca e al centro dello scontro con le autorità italiane per il caso Almasri. A New York, alle Nazioni Unite, è accaduto che 79 Paesi membri hanno redatto un documento per difendere la Corte dall’iniziativa di Trump. Tra le firme c’erano quelle dei principali Paesi europei (Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna tra gli altri), non quella dell’Italia. Per gli Stati che hanno firmato le misure che verranno imposte dal presidente Usa aumentano «il rischio dell’impunità» nel mondo, si legge nel documento. «La Cpi deve essere autorizzata a lavorare in piena indipendenza», l’avvertimento del portavoce dell’Onu. Anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, si è espressa a favore dell’operato del Tribunale dell’Aja, che garantisce «la responsabilità per i crimini internazionali e dà voce alle vittime in tutto il mondo. Deve poter perseguire liberamente la lotta contro l’impunità globale». Parole alle quali hanno fatto seguito quelle della presidente della stessa Corte, Tomoko Akane. «Le sanzioni di Trump sono un grave attacco al diritto internazionale e mirano a minare la capacità della Corte di amministrare la giustizia in tutte le situazioni», ha spiegato la giudice giapponese.
Il ruolo del governo Meloni e le reazioni
Il governo, per ora, non ha chiarito il perché non abbia firmato la dichiarazione in difesa della Cpi. Al di là dell’amicizia tra Meloni e Trump, di certo l’episodio contribuisce a tenere alta la tensione tra Roma e l’Aja: negli ultimi giorni quest’ultima è stata attaccata dal ministro della Giustizia Nordio in Parlamento e da quello degli Esteri Tajani, che ha evocato un’indagine nei confronti della Corte per il suo atteggiamento sul caso Almasri. Dure le reazioni delle opposizioni: dopo Elly Schlein, anche Giuseppe Conte chiede l’intervento della premier in Aula. «Oggi l’Italia si ritrova con grande disonore a calpestare la giustizia internazionale. Io dico Meloni, presidente del Consiglio, leader di Fratelli d’Italia che per tradizione si richiama ai valori dell’onore, dov’è il tuo onore? Parlate sempre di onore, dov’è l’onore che non ti sei presentata nemmeno in Parlamento alla richiesta di informativa a spiegare a noi parlamentari e al Paese come e perché esponi il paese a questa vergogna», ha detto il leader M5s nel corso della registrazione della trasmissione Accordi e Disaccordi in onda sul Nove stasera, sul caso Almasri e le accuse alla Cpi. Ma è stato lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, seppur in maniera velata, a dare una stoccata al governo. Oggi – durante la cerimonia di inaugurazione della “Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera GO 2025!” – ha parlato di «un mondo caratterizzato da crescenti tensioni e conflitti» e, soprattutto, «dall’abbandono della cooperazione come elemento fondante della vita internazionale».