La vendetta di Trump su Biden, revocato l’accesso ai documenti classificati e ai report dell’intelligence: «Ha problemi di memoria»
![trump revoca biden documenti classificati](https://static.open.online/wp-content/uploads/2025/02/trump-revoca-biden-documenti-classificati.jpg)
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la revoca dell’accesso ai documenti classificati al suo predecessore Joe Biden. Una decisione che demolisce una pratica consolidata che permetteva agli ex presidenti di continuare ad avere accesso alle informazioni riservate anche dopo la fine del loro mandato. L’annuncio è arrivato dallo stesso presidente americano, con un post sul suo social Truth ch certifica il consumarsi della vendetta dell’inquilino della Casa Bianca nei confronti del suo suo rivale. «Non è necessario che Joe Biden continui ad accedere a informazioni confidenziali», ha dichiarato il presidente. «JOE, SEI LICENZIATO», ha aggiunto. Secondo quanto comunicato da Trump, la sua amministrazione provvederà immediatamente alla revoca e alla cessazione dei rapporti quotidiani delle agenzie di intelligence con Biden.
La vendetta
La decisione è una vendetta a quanto accaduto nel 2021, quando l’allora presidente americano Biden, durante i suoi primi giorni alla Casa Bianca, aveva rimosso l’accesso di Trump alle informazioni classificate. La giustificazione di Biden era legata al comportamento di Trump durante gli eventi del 6 gennaio 2021, quando si verificò l’assalto al Campidoglio da parte dei suoi sostenitori. In quel periodo, Biden aveva giustificato il provvedimento definendo Trump «incoerente» e mettendo in discussione la sua capacità di gestire informazioni riservate.
«Ha una brutta memoria»
Trump ora ha motivato la sua decisione facendo riferimento a un rapporto pubblicato nel febbraio 2024 dal procuratore speciale Robert Hur. Il rapporto descrive Biden come un «uomo anziano dalla memoria precaria». La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di controversie riguardanti la gestione di documenti classificati da parte dei presidenti americani. Trump, infatti, era stato accusato di aver conservato documenti sensibili, tra cui piani militari e informazioni sulle armi nucleari, nella sua residenza privata a Mar-a-Lago, dopo aver lasciato la Casa Bianca.