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Bill Gates apre a Trump, la sorpresa da Fazio: «Sto mediando tra lui e l’Oms. Ecco cosa gli ho detto sul futuro degli Usa» – Il video

09 Febbraio 2025 - 21:28 Diego Messini
Il fondatore di Microsoft ospite di "Che Tempo Che Fa": «Io presidente Usa? Preferisco occuparmi di lotta alla povertà»

Bill Gates non chiude la porta all’Amministrazione Trump. Nonostante le continue sparate del tycoon e dei suoi contro la cooperazione internazionale, nel settore della sanità o del cambiamento climatico, il fondatore di Microsoft continua a coltivare la speranza sull’alleanza tra scienza e politica. È per questo, svela ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa, che si è messo a disposizione del leader repubblicano, pur mettendolo in guardia sui rischi del suo approccio. «Ho detto a Trump che mettere tutto in discussione come fa lui può essere positivo, ma anche no: “Posso aiutarla offrendole la mia esperienza con la Fondazione (Bill e Melinda Gates, ndr), per esempio sulla lotta all’Hiv”. Insomma sto cercando di sollevare punti morali strategici». Diversamente, lascia intendere, da chi tra i boss del Big Tech si è sdraiato ai suoi piedi o messo direttamente al suo fianco, a partire da Elon Musk. Per quanto riguarda le relazioni tra gli Stati Uniti e Oms in particolare, Gates si sta spendendo in prima persona, cercando di parlare con entrambe le sponde per cercare di rimuovere gli ostacoli che hanno portato Donald Trump a proclamare l’uscita dall’Organizzazione: «Il ruolo più costruttivo che posso avere è quello di parlare con entrambe le parti. In futuro ci saranno altre pandemie e l’Oms ha un ruolo cruciale, pensiamo solo al lavoro che sta conducendo in vista dello sradicamento della poliomelite», dice a Fazio.

Presidente Usa? No grazie

Lungo tutto l’arco dell’intervista con Fabio Fazio, il fondatore della Microsoft si sforza di essere ottimista e di non contrattaccare, perfino di non menzionare, i nuovi potenti d’America. Alle insistite domande sulla rivolta giunta al potere contro la scienza e il buonsenso, Gates scarta volentieri, parlando di «momento interessante», tutt’al più di «epoca di sfide». Nella quale, insiste in occasione dell’uscita in Italia del suo nuovo libro Source Code (Mondadori), la sua unica preoccupazione è quella di continuare a battersi contro povertà e malnutrizione. Fenomeni che rischiano peraltro di essere acuiti dall’impatto del cambiamento climatico, se non adeguatamente contrastato. Il capo della Bill and Melinda Gates Foundation non raccoglie neppure la provocazione di una domanda su un suo possibile interesse per guidare lui stesso, un giorno, gli Stati Uniti. «Il mio lavoro è occuparmi di scienza, di capire cosa succede nei Paesi poveri, di malnutrizione», assicura. Al ruolo di anti-Trump proprio non tiene.

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