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La mail mai arrivata, la verifica con Crosetto, il filtro della segreteria: così Armani, Beretta, Della Valle hanno evitato la truffa che ha ingannato Moratti

09 Febbraio 2025 - 10:25 Massimo Ferraro
truffa finto crosetto moratti armani beretta
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Tre denunce, una decina di imprenditori italiani tra i più noti e facoltosi presi di mira: come ha agito la banda che si spacciava per lo staff del ministro della Difesa

«Buongiorno, la Repubblica italiana chiede un suo aiuto e le sarà riconoscente. Ci serve un contatto urgentissimo per questioni di sicurezza nazionale». Si presentavano così, spacciandosi per lo staff del ministro della Difesa Guido Crosetto, e chiedendo importanti somme di denaro che i servizi segreti avrebbero utilizzato per pagare il riscatto di fantomatici giornalisti rapiti in Medio Oriente. «Restituiremo tutto attraverso la Banca d’Italia», aggiungevano, assicurando che quell’atto di generosità sarebbe stato poi saldato. Sono almeno una decina i noti e facoltosi imprenditori avvicinati dai truffatori, tre le denunce presentate. Probabilmente su uno di loro le richieste hanno fatto breccia. Massimo Moratti, storico ex presidente dell’Inter, ha ammesso a la Repubblica: «Questi sono bravi, nel senso che sembrava assolutamente tutto vero. Comunque può capitare, poi certo uno non se l’aspetta una roba di questo genere. Ma succede a tutti». È forse da escludere che i truffatori abbiano utilizzato un programma che modifica la voce per farla assomigliare a quella del ministro Crosetto, per rendere tutto più credibile e ottenere i versamenti da decine di migliaia di euro. Quel che invece è chiaro è il modus operandi della banda, uguale per tutti i tentativi provati tra martedì e giovedì scorso, poi denunciati su X dal ministro Crosetto – quello vero – allertato da uno delle potenziali vittime.

La truffa del finto staff del ministro Crosetto, gli imprenditori avvicinati

I tentativi di truffa si concentrano in poche ore, e almeno in un caso vanno a segno. Lo spiega lo stesso ministro. «Un’assurda vicenda che inizia martedì con la chiamata di un amico, grande imprenditore, che mi chiede perché la mia Segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare. Gli dico che era assurdo, avendolo io, e che era impossibile. Verifico per sicurezza e mi confermano che nessuno lo ha cercato. Archivio la cosa», scrive giovedì scorso Crosetto, «Dopo un’ora mi dicono che c’è un noto imprenditore, che non conosco, che vorrebbe mettersi in contatto con me. Autorizzo a dargli il mio cellulare. Mi chiama e mi racconta di essere stato chiamato da me e poi da un Generale e di aver effettuato un bonifico molto elevato ad un conto che gli era stato dato dal “Generale”. Gli dico che si tratta di una truffa ed avviso i carabinieri che vanno a casa sua e raccolgono la denuncia». Poi almeno altri tre tentativi. Tre le denunce presentate: oltre a Moratti, la famiglia Gussalli Beretta, proprietaria della multinazionale produttrice di armi, e la famiglia Aleotti, del gruppo farmaceutico Menarini. 

Come è stata evitata la truffa del finto staff di Crosetto

La chiamata arriva mercoledì alla segreteria di presidenza del gruppo farmaceutico Menarini, controllato dalla famiglia Aleotti. Solito schema: «Questioni di sicurezza nazionale, contatto urgente, la Repubblica ringrazierà». A parlare sarebbe un collaboratore del ministro Crosetto, così si spaccia il truffatore. Ma Luisa Aleotti è vice presidente di Confindustria, il contatto diretto potrebbe essere facilmente reperito dallo staff del ministro. La segreteria si insospettisce, i fratelli Aleotti vengono avvertiti e viene subito presentata denuncia a Firenze. Scampa la truffa anche Giorgio Armani. La segreteria dello stilista riceve la solita chiamata, che però chiede di mandare una mail con la richiesta scritta. Il messaggio non arriverà mai e si conclude lì la vicenda. Un campanello d’allarme suona però quando i truffatori provano a contattare la famiglia Gussalli Beretta. Il presidente della holding, Pietro, conosce il ministro che è stato a capo dell’associazione confindustriale che si occupa di difesa. Informato della richiesta, l’imprenditore sente direttamente Crosetto e lo informa dell’accaduto. E così è accaduto anche con il fondatore e presidente di Tod’s Diego Della Valle, l’amministratore delegato di Pirelli Marco Tronchetti Provera, Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada e presidente della casa di moda, la famiglia Caltagirone e la famiglia Del Vecchio. Sempre che la lista non sia ancora più lunga.

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