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Il caso Almasri e la decisione dell’Aja di aprire un fascicolo preliminare sull’Italia

10 Febbraio 2025 - 16:16 Ugo Milano
cpi governo italiano almasri camera
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Sotto la lente il rilascio e la mancata collaborazione con le indagini. Ma sulla denuncia del rifugiato sudanese rallenta: «Nessun funzionario indagato»

Niente di nuovo sul fronte internazionale, almeno per ora. Se non che la querelle tra il governo italiano e la Corte penale internazionale sul caso del generale libico Najem Osama Almasri sta passando ai fatti. «Al momento non vi è alcun caso dinanzi alla Cpi contro alcun funzionario italiano», ha ribadito il portavoce dell’Aja, Fadi El Abdallah. Esattamente come quattro giorni fa. Se non per una specifica: «La questione della mancata osservanza da parte di uno Stato di una richiesta di cooperazione per l’arresto e la consegna da parte della Corte è di competenza della Camera preliminare». Il riferimento è a quell’organo che analizza le richieste rivolte all’Ufficio del procuratore e autorizza o meno le indagini della Corte. Tradotto: un fascicolo sarà affidato alla Camera preliminare, che dovrà prendere in esame il caso specifico. Nel processo saranno ammesse da parte di Roma «osservazioni sulla mancata cooperazione».

Il no comment sulla denuncia dell’ex detenuto

Non filtra, invece, ancora nulla riguardo alla denuncia depositata il 5 febbraio presso l’ufficio del procuratore generale, in cui un rifugiato sudanese accusava la premier Giorgia Meloni – così come i ministri della Giustizia e dell’Interno Carlo Nordio e Matteo Piantedosi – di aver ostacolato l’amministrazione della giustizia scarcerando Najem Osama Almasri. È lo stesso El Abdallah a sminuire la questione: «Sono stati segnalati casi di richieste presentate al procuratore per aprire casi contro individui ai sensi dell’articolo 70 (oltraggio alla Corte, ndr). L’ufficio non commenta tali comunicazioni». Il governo, secondo quanto si legge negli atti, sarebbe accusato di aver «abusato del potere esecutivo per disobbedire agli obblighi internazionali e nazionali». Quello della Cpi non è un semplice no comment: «Ai sensi dello Statuto di Roma, il trattato istitutivo della Cpi, qualsiasi individuo o gruppo da qualsiasi parte del mondo può inviare informazioni al procuratore», ha aggiunto il portavoce. Sarà poi quest’ultimo a decidere come procedere.

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