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Giorgia Meloni a Basovizza per il Giorno del Ricordo: «L’Italia non dimentica le foibe ignorate per troppo tempo» – Il video

10 Febbraio 2025 - 09:53 Ugo Milano
meloni foibe
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Oggi, 10 febbraio, si commemorano i massacri delle foibe e l'esodo giuliano-dalmata

«Rendiamo omaggio alle vittime delle foibe e a tutti coloro che subirono la tragedia dell’esodo giuliano-dalmata, una pagina dolorosa della nostra storia per troppo tempo dimenticata. Ricordare è un dovere di verità e giustizia, per onorare chi ha sofferto e trasmettere questa memoria alle nuove generazioni. L’Italia non dimentica». È questo il commento che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni affida a un post su X pubblicando un video della sua visita alla Foiba di Basovizza (Trieste) oggi, 10 febbraio, Giorno del Ricordo con cui ogni anni si commemorano i massacri delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata.

Piantedosi: «Preserviamo la verità storica»

Alla presidente del Consiglio ha fatto eco il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «È un dovere istituzionale e morale commemorare chi ha sofferto e ha pagato con la vita o con l’esilio il prezzo dell’odio e dell’intolleranza. Questa giornata non è solo un momento di memoria, ma un impegno a preservare la verità storica e a trasmetterla alle future generazioni», ha dichiarato il titolare del Viminale 48 ore dopo il rinvenimento delle scritte rosse che hanno imbrattato la Foiba di Basovizza. «Trst je nas» (Trieste è nostra) e «Smrt fasizmu, svoboda narodom» (Morte al fascismo, libertà ai popoli) si leggeva in sloveno.

Cosa sono i massacri delle foibe

I massacri delle foibe furono una serie di esecuzioni di massa avvenute tra il 1943 e il 1945 ai danni di migliaia di italiani, principalmente in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia. Le vittime furono gettate nelle foibe, cavità carsiche naturali, spesso dopo torture e senza processo. I responsabili furono i partigiani jugoslavi facenti capo al maresciallo Josip Tito, che miravano a eliminare oppositori politici e civili italiani e consolidare il dominio comunista nei territori contesi assegnati alla Jugoslavia dopo la guerra.

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