Babysitter uccisa, tutti i dubbi della procura su Gonzales Rivas: il corpo non si trova, nessuna traccia di sangue in casa
![babysitter uccisa milano tracce sangue dubbi procura compagno](https://static.open.online/wp-content/uploads/2025/02/babysitter-uccisa-milano-tracce-sangue-dubbi-procura-compagno-.jpg)
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Un appartamento troppo ordinato quello di Pablo Heriberto Gonzalez Rivas, reo confesso dell’omicidio della compagna Jhoanna Nataly Quintanilla. Come se volesse crearsi un alibi e sviare le indagini. Nella casa dove il 48enne salvadoriano viveva con la babysitter 40enne, uccisa la notte del 25 gennaio scorso, i carabinieri hanno trovato solo qualche traccia biologica, che dovrà essere analizzata per capire se si tratti di saliva, sangue o altro. L’assenza di sangue «evidente e copioso», comunque, al momento farebbe escludere agli inquirenti la possibilità che Nataly Quintanilla sia stata accoltellata e fatta a pezzi. Il risultato del primo sopralluogo eseguito con il luminol nelle stanze dove il 48enne secondo il suo racconto avrebbe strangolato involontariamente la donna durante un gioco erotico sembra dunque confermare la versione dell’uomo. Ma la procura di Milano non crede che la tragedia sia stata fortuita.
La nuova ipotesi della procura: «Cadavere abbandonato vicino a casa»
Non è certo che il cadavere della babysitter sia stato abbandonato in un fossato tra Inzago e Cassano d’Adda, come ha raccontato il 48enne accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. In quelle zone si sono concentrati gli sforzi e le ricerche delle forze dell’ordine, anche con l’aiuto di un drone. Il risultato è però ancora un nulla di fatto. Per questo, secondo la procura, non è ipotesi remota il fatto che Gonzalez Rivas si sia liberato del corpo la sera stessa e non il giorno dopo. E che quindi il cadavere, nascosto all’interno di un borsone a rotelle, sia nelle vicinanze dell’abitazione di piazza dei Daini, nel nord di Milano. A insospettire la procura era stata già l’assenza di dettagli nel racconto del 48enne, che pure lavora per una ditta di manutenzione stradale e dovrebbe conoscere bene l’hinterland milanese.
L’esame con il luminol
Nella palazzina il sopralluogo della Sezione Rilievi del Comando provinciale di Milano e degli investigatori del Nucleo investigativo è iniziato intorno alle 10 di martedì 11 febbraio, in presenza dell’aggiunta Letizia Mannella e della pm Alessia Menegazzo. Gli inquirenti, tramite l’utilizzo del luminol, hanno tentato di far emergere eventuali tracce di sangue nel box, nella cantina, nell’appartamento e nell’auto. All’ingresso degli agenti, i locali sono sembrati in ordine e puliti. Sono stati sequestrati alcuni oggetti trovati nell’abitazione, per poterli esaminare e tentare di far luce sulla dinamica dell’omicidio.
La ricerca del movente: computer e cellulare sequestrati
Il recupero dei metadati, previsto nelle prossime 48 ore, dovrebbe consentire agli inquirenti di individuare il luogo preciso in cui Gonzalez ha scaricato dall’auto il borsone la notte del 26 gennaio. Per tentare di far luce sul movente, è stato disposto anche il sequestro di documenti, computer e altri oggetti. E sarebbero in corso anche accertamenti patrimoniali, per capire se il delitto sia stato commesso per questioni di denaro. Sarà analizzata nelle prossime ore anche la Fiat Punto del 48enne in cui, come mostrato da video di sorveglianza, l’uomo avrebbe prima nascosto e poi trasportato il borsone con dentro il cadavere della donna.