Sull’AI l’Europa batte un colpo, von der Leyen risponde al piano di Trump: «Così investiamo 200 miliardi»
![europa intelligenza artificiale](https://static.open.online/wp-content/uploads/2025/02/VON-DER-LEYEN.jpeg)
![europa intelligenza artificiale](https://static.open.online/wp-content/uploads/2025/02/VON-DER-LEYEN.jpeg)
Si chiama InvestAI la risposta europea a Stargate. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha annunciato oggi il piano con cui verranno stanziati 200 miliardi di euro per investire nello sviluppo e nelle infrastrutture dell’intelligenza artificiale. Gli investimenti a cui gli Stati contribuiranno con 50 miliardi di euro, che si aggiungeranno a 150 miliardi provenienti da fondi privati, si concentreranno in particolare su quella che von der Leyen ha definito le gigafactory dell’AI. Enormi centri capaci di offrire la potenza di calcolo necessaria al funzionamento della tecnologia e di fare da aggregatori per le migliori menti del continente.
«L’Europa non è in ritardo sull’AI. La corsa è appena iniziata»
«Troppo spesso sento dire che l’Europa è in ritardo nella corsa, mentre gli Stati Uniti e la Cina sono già in vantaggio – ha dichiarato von der Leyen dal summit di Parigi sull’AI voluto dal presidente francese Emmanuel Macron -. Non sono d’accordo. La corsa all’IA è tutt’altro che finita. La verità è che siamo solo all’inizio». «Vogliamo replicare la storia di successo del laboratorio del Cern di Ginevra. Il Cern ospita il più grande acceleratore di particelle al mondo e consente alle menti migliori e più brillanti di lavorare insieme. Vogliamo che lo stesso accada nelle nostre gigafactory per l’intelligenza artificiale», ha aggiunto von der Leyen.
L’annuncio dell’AI europea
«L’Europa ha alcuni dei supercomputer pubblici più veloci al mondo. Ora li stiamo mettendo al servizio delle nostre migliori startup e scienziati, affinché possano forgiare l’intelligenza artificiale di cui abbiamo bisogno», ha evidenziato la leader dell’esecutivo europeo annunciando l’arrivo di un’alternativa europea ai grandi modelli di intelligenza artificiale che negli Usa hanno dato vita a ChatGPT e in Cina a DeepSeek. Von der Leyen ha espresso più volte la necessità di spingere l’innovazione europea.
A chi sarà utile l’intelligenza artificiale dell’Ue
«In pochi mesi abbiamo creato 12 fabbriche di intelligenza artificiale su cui stiamo investendo 10 miliardi di euro». «Non è una promessa – ha insistito von der Leyen- sta già accadendo proprio ora ed è il più grande investimento pubblico per l’intelligenza artificiale al mondo». La presidente della Commissione ha anticipato che tramite le gigafactory sarà fornita «l’infrastruttura per una grande potenza di calcolo», a «ricercatori, imprenditori, investitori» e «talenti» di tutto il mondo, nonché delle «industrie», che saranno così «in grado di collaborare e unire i loro dati».
JD Vance contro l’AI Act: «Troppe regole uccidono l’innovazione»
Il tenore dell’annuncio di Bruxelles è quello di una vera e propria risposta agli Usa. Non solo per gli scopi del piano e l’importante contributo dei privati. Ma anche perché a Parigi è presente il vicepresidente degli Usa, JD Vance, nel suo primo viaggio dall’inizio del secondo mandato di Donald Trump. Parlando al Grand Palais, Vance ha affermato che una regolamentazione eccessiva ucciderebbe l’industria dell’intelligenza artificiale. Il riferimento del numero due di Washington è all’AI Act, il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale entrato in vigore all’inizio di febbraio.
L’Europa come gli Usa
La legge europea sull’intelligenza artificiale da alcuni osservatori è considerata troppo stringente, e il motivo per cui attualmente l’Unione Europea appare più arretrata nello sviluppo dell’AI rispetto a Usa e Cina. Sebbene il ritardo sia evidente, secondo Carme Artigas, madre del provvedimento, la differenza non è dovuta al regolamento, che regola solo gli usi e non lo sviluppo, ma ai pochi fondi stanziati in Europa. Problema a cui Bruxelles che Bruxelles è evidentemente intenzionata a risolvere, con una formula molto simile a quella lanciata poche settimane fa da Donald Trump: Stargate. Il piano con cui investitori privati tra cui OpenAI, Softbank e Oracle finanzieranno le infrastrutture necessarie all’AI con 500 miliardi di dollari.