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Palermo, 181 arresti per mafia: «I boss volevano riorganizzare Cosa Nostra»

11 Febbraio 2025 - 07:51 Alba Romano
arresti palermo cosa nostra
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Secondo l'accusa comunicavano con una chat criptata

Una maxi-operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo portsa agli arresti di 181 persone, tra boss, “colonnelli”, uomini d’onore, ed estortori di diversi “mandamenti” del capoluogo siciliano e della provincia. L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella, ha svelato l’organigramma delle principali famiglie, gli affari dei clan e l’ennesimo tentativo di Cosa nostra di ricostituire la Cupola provinciale. E di reagire alla dura repressione che negli ultimi anni ha portato in cella migliaia di persone.

Le accuse

Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, e altro. Intanto una folla di familiari di alcuni degli arrestati nell’operazione antimafia di Palermo si è radunata davanti alla caserma Giacinto Carini di piazza Verdi, sede del Comando provinciale dei carabinieri, dove sono stati condotti gli indagati. E dall’indagine emerge che i boss comunicavano attraverso una chat criptata. Usando smartphone con crittografia per proteggere i sistemi di comunicazione.

La Cosa Nostra di una volta

Nelle intercettazioni si captava anche la nostalgia per la mafia di una volta: «Il livello è basso oggi arrestano a uno e si fa pentito; arrestano un altro…livello misero, basso, ma di che Cosa stiamo parlando?Io spero sempre nel futuro, in tutta Palermo, da noi, spero nel futuro di chi sarà il più giovane», diceva il capomafia di Brancaccio Giancarlo Romano non sapendo di essere intercettato. Della vecchia mafia si ricordava “prestigio” e spessore criminale. «A scuola te ne devi andare. Conoscerai dottori, avvocati, quelli che hanno comandato l’Italia, l’Europa…Per dire quando si parla dei massoni, i massoni sono gente con certi ideali ma messi nei posti più importanti. Se tu guardi ‘Il Padrino’, il legame che aveva …non era il capo assoluto.., lui è molto influente per il potere che si è costruito a livello politico nei grossi ambienti. Noi che Cosa possiamo fare?».

Le nuove leve

Poi la critica alle nuove leve. «Ma tu devi campare con la panetta di fumo, cioè così siamo ridotti? Le persone di una volta, quelli che disgraziatamente sono andati a finire in carcere per tutta la vita, ma che parlavano della panetta di fumo? Cioè se ti dovevano fare un discorso di fumo, te lo facevano perché doveva arrivare una nave piena di fumo. Se tu parli con quelli che fanno business, ti ridono in faccia, Ma questo business è? Siamo troppo bassi, siamo a terra ragazzi. Moi pensiamo che facciamo il business, oggi sono altri. Dico, eravamo prima noi, oggi lo fanno altri, … noi siamo gli zingari».

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