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In Italia le donne nei settori scientifici sono solo il 34%. Valditara: «Dobbiamo investire nella loro formazione»

11 Febbraio 2025 - 11:00 Antonio Di Noto
Si notano alcuni miglioramenti ma il percorso è ancora lungo e inizia fin dai primi anni di scuola. Dopo la seconda elementare le bambine hanno risultati peggiori del 9% rispetto a quelli dei bambini

In Italia, solo il 34% delle persone impiegate nei settori scientifici e tecnologici è donna. A evidenziarlo è la Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (Sirm) in occasione della Giornata internazionale delle donne nella scienza. Il divario di genere persiste soprattutto nei ruoli dirigenziali. Attualmente, in Italia lavorano circa 400mila donne nei settori delle Steam (Scienza, Tecnologia, Arte, Ingegneria e Matematica), ambiti tradizionalmente considerati maschili, a fronte di circa quasi 1,2 milioni di occupati in quei settori. «L’Italia è tra i Paesi che storicamente hanno spinto meno le donne verso studi e professioni scientifiche», «probabilmente a causa di retaggi culturali», ha commentato la presidente della Sirm Nicoletta Gandolfo.

Un lento miglioramento

Dal rapporto emerge però che negli ultimi anni si è registrato un incremento delle presenze femminili, anche in ruoli di leadership. In particolare, il settore della radiologia è tra quelli in cui il cambiamento è più evidente. Sempre più donne ricoprono incarichi di medici nucleari, radiologi e fisici sanitari. Inoltre, i dati evidenziano che nelle facoltà di medicina il numero di studentesse è in forte crescita. L’auspicio della Sirm è che ciò possa tradursi in una futura presenza più marcata anche in specialità dove è spiccata la presenza maschile, come urologia e ortopedia. A livello generale, il distacco rimane però molto grande: nel nostro Paese le ragazze tra i 25 e i 34 anni che hanno una laurea nelle materie Stem, sono solo il 16,8%. Nemmeno la metà dei ragazzi, che arrivano al 37%.

Valditara: «Valorizziamo i talenti femminili»

L’importanza della parità di genere, in particolare nei settori Stem, è stata ribadita anche dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara con un post sui social: «In occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, ribadiamo l’importanza di promuovere l’uguaglianza di genere per offrire realmente pari opportunità. È fondamentale valorizzare e sostenere i talenti femminili, investendo nella loro formazione. Noi abbiamo iniziato a farlo». Il divario da colmare però è ampio e inizia a formarsi fin dai primi anni di scuola. Secondo un rapporto di Save the Children, dopo i primi due anni di scuola, i risultati delle bambine nelle materie scientifiche sono già peggiori del 9% rispetto a quelli dei maschietti.

Immagine di copertina: ID 18664334 @ Maska82 | Dreamstime.com

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