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Toscana, via libera alla legge sul suicidio assistito: è la prima volta in Italia. Ecco cosa prevede

11 Febbraio 2025 - 18:48 Ugo Milano
toscana legge suicidio assistito cosa stabilisce ruolo governo impugnazione cassazione
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Il Consiglio regionale approva la legge nata da un'iniziativa popolare. No compatto del centrodestra, che ora chiede al governo di intervenire

La Toscana è la prima Regione italiana ad approvare una legge sul fine vita, introducendo così una regolamentazione chiara sulla procedura e su tempi e modalità con cui la richiesta sarà esaminata dalla commissione preposta per vagliare la congruità dei requisiti. È il definitivo sì, con qualche aggiustamento, alla proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall’associazione Luca Coscioni e che aveva raccolto oltre 10mila firme. Favorevoli i 24 consiglieri della maggioranza toscana, composta da Partito democratico e Italia Viva, a cui si sono aggiunti le due del Movimento 5 Stelle e un rappresentante del Gruppo misto. Contrari in blocco i 13 esponenti del centrodestra, che durante tutta la trafila legislativa e dopo l’approvazione hanno espresso vive perplessità sulla misura. Chiedendo al governo di intervenire.

Cosa stabilisce la legge

La misura innanzitutto stabilisce che in merito alle richieste di accesso al suicidio medicalmente assistito tutti i pazienti riceveranno un identico trattamento. E specifica tempi e modalità per poter recapitare la domanda all’Asl di riferimento. Al contempo chiarisce in che modo debba essere formata la commissione medico-etica che, di fronte alle richieste, avrà un mese di tempo per giudicare se la casistica ricade o meno in quelle ammesse dalla legge. E sarà la stessa commissione a individuare entro 10 giorni un medico (volontario) e il farmaco, da comprare con fondi extra Lea, cioè non comprese nei livelli essenziali di assistenza. Fino a programmare la procedura effettiva, entro una settimana dalla fine dei due step precedenti. In totale 37 giorni per chiunque venga considerato idoneo. In maniera assolutamente gratuita.

L’esultanza del presidente Giani: «Messaggio nazionale»

La proposta, come già detto, deriva da una iniziativa popolare opportunamente “addolcita” in Commissione Sanità per evitare eventuali scontri con il dettato costituzionale. Non è un caso che le pregiudiziali di costituzionalità avanzate in aula dal consigliere forzista Marco Stella siano state rimandate al mittente. Ed è proprio lui a lamentare il rischio che si sviluppi «un turismo della morte» verso la regione del Centro Italia. Tra i sì del voto di martedì 11 febbraio, invece, c’è quello del presidente della Toscana Eugenio Giani: «Sento che il messaggio che diamo è nazionale».

Cosa succede ora: il ruolo di governo e Corte Costituzionale

Ma proprio qui potrebbe nascondersi un ultimo ostacolo. Il governo nazionale potrebbe infatti impugnare la legge toscana di fronte alla Corte Costituzionale, come è stabilito nei casi in cui Palazzo Chigi ritenga che una norma regionale travalichi i confini di competenza della stessa Regione. Roma avrà 60 giorni di tempo per presentare la questione di legittimità costituzionale. Sul tema, in realtà, la Corte si è pronunciata varie volte. L’ultima il 18 luglio scorso con la sentenza n.135, in cui ha confermato i requisiti per l’accesso al suicidio assistito stabiliti dalla sentenza n. 242 del 2019, compresa la dipendenza da trattamenti di sostegno vitale. Pur ribadendo che il suicidio medicalmente assistito non è un diritto in tutti i casi di sofferenza intollerabile, la Corte ha comunque mandato un chiaro segnale al governo nazionale. La necessità di legiferare sulla questione è evidente, visti anche i tentativi in Veneto e Piemonte di approvare una legge simile. Ma per ora i disegni di legge rimangono parcheggiati.

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