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I servizi italiani usano ancora lo spyware di Paragon. La conferma di Ciriani: «Ma non spiamo i giornalisti»

«Come tutte le intelligence del mondo, anche i Servizi italiani, in nome della sicurezza nazionale da molti anni fanno ricorso a strumenti come quelli prodotti e forniti dall'azienda Paragon Solutions», ha detto il ministro durante il question time della Camera

Il sistema di spionaggio prodotto dalla società israeliana Paragon, Graphite, è ancora in uso ai servizi segreti italiani. Lo conferma durante il question time di oggi, 12 febbraio, il ministro per i rapporti con il parlamento Luca Ciriani a proposito del potente spyware trovato nei telefoni cellulari di alcuni attivisti, da Luca Casarini a Beppe Caccia, oltre che del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. «Va dato atto che la società Paragon Solutions ha garantito la fornitura del servizio, in ottemperanza alle clausole contrattuali, con massima professionalità e serietà. Nessuno ha rescisso in questi giorni alcun contratto nei confronti dell’intelligence. Tutti i sistemi sono stati e sono pienamente operativi contro chi attenta agli interessi e alla sicurezza della Nazione», ha detto Ciriani durante il question time della Camera. «Come tutte le intelligence del mondo, anche i Servizi italiani, al fine di contrastare le organizzazioni terroristiche o criminali, in nome della sicurezza nazionale da molti anni fanno ricorso a strumenti come quelli prodotti e forniti dall’azienda Paragon Solutions», ha aggiunto Ciriani «rispettano nel modo più rigoroso la Costituzione e le leggi e, in particolare, la legge 3 agosto 2007, n. 124. Questo rigoroso rispetto vale anzitutto verso i soggetti specificamente tutelati da tale legge, in primis i giornalisti. Tutto ciò avviene sotto il controllo, ciascuno per la sua parte, dell’Autorità delegata, del Copasir e della magistratura».

«Mai ascoltati giornalisti»

Come già accaduto nei giorni scorsi, il ministro ha escluso che sia stato ascoltato dalle agenzie governative il direttore di Fanpage, Cancellato, mentre non ha specificato se siano stati ascoltati Casarini, Caccia e gli altri che hanno denunciato di aver trovato lo spyware: «Il Governo intende adire le vie legali nei confronti di chiunque, in questi giorni, lo ha direttamente accusato di aver spiato i giornalisti. Come tutti hanno potuto constatare, finora il Governo non ha spiato giornalisti, ma se mai li ha portati in salvo».

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