L’annuncio di Trump sull’Ucraina: «Concordato con Putin l’inizio dei negoziati. Ora parlo con Zelensky»
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Donald Trump ha annunciato su Truth che lui e Vladimir Putin hanno concordato i negoziati per porre fine al conflitto in Ucraina. L’accordo è quello di «lavorare insieme, molto da vicino, anche visitando le rispettive nazioni. Abbiamo anche concordato di far iniziare immediatamente i negoziati (sull’Ucraina) ai nostri rispettivi team e inizieremo chiamando il presidente ucraino Zelensky per informarlo della conversazione, cosa che farò adesso. Ho chiesto al segretario di Stato Marco Rubio, al Direttore della Cia John Ratcliffe, al consigliere per la sicurezza Nazionale Michael Waltz e all’ambasciatore e inviato Speciale Steve Witkoff di guidare i negoziati che, sono fermamente convinto, avranno successo».
I contatti tra Mosca e Washington erano già in corso, e i due leader si sono già parlati al telefono. E per dimostrare buona volontà – l’un l’altro e di fronte al mondo – Usa e Russia hanno intanto concluso un «mini-accordo» per scambiare due prigionieri: ieri Mosca ha scarcerato Marc Fogel, insegnante ed ex diplomatico americano detenuto dal 2021 con l’accusa di possesso di droga. In cambio, nei prossimi giorni, Washington rilascerà un cittadino russo, ha annunciato stamattina il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Ieri la Casa Bianca aveva evidenziato esplicitamente il valore dello scambio come «dimostrazione di buona fede da parte dei russi e segno che ci stiamo muovendo nella giusta direzione per porre fine alla brutale e terribile guerra in Ucraina». Oggi si scopre che era ben più di un auspicio. Steve Witkoff, l’inviato speciale di Trump che ha prelevato da Mosca Fogel per riportarlo negli Usa, avrebbe avuto un lungo incontro con Vladimir Putin. Tre ore e mezza di confronto a tu per tu col presidente russo, il cui tema cardine è facilmente immaginabile. Così, per lo meno, ha riferito il noto conduttore di Fox News Sean Hannity in un’intervista col segretario Usa di Stato Marco Rubio, che non ha né confermato né smentito la ricostruzione. Un secco no comment in proposito è arrivato stamattina pure dal Cremlino: «Non ho nulla da dirvi su questo», ha tagliato corto Peskov.
February 12, 2025
La linea dura sul Kursk e l’attacco su Kiev
Il portavoce di Putin, comunque, tiene per il momento a tirare il freno a mano rispetto a eccessive attese sulla trattativa possibile con gli Usa e l’Occidente, mentre si avvicina il terzo anniversario della guerra all’Ucraina. Peskov ha detto oggi che Mosca non sarebbe disposta a uno scambio di territori per mettere fine alla guerra, scenario cui Volodymyr Zelensky aveva per la prima volta esplicitamente aperto parlando ieri al Guardian. «Questo è impossibile. La Russia non ha mai discusso e non discuterà mai di scambiare il suo territorio», ha detto Peskov, alludendo ai tentativi – sin qui riusciti solo in parte – di riprendere il controllo del Kursk con la forza piuttosto che attraverso il futuribile negoziato. Almeno ufficialmente, la priorità resta quella: le unità militari ucraine che ormai da mesi hanno occupato la regione di confine russa «saranno espulse da questo territorio, saranno distrutte», ha ringhiato Peskov, ben felice in questa fase di vestire i panni del poliziotto cattivo. Nella notte, d’altra parte, le forze russe hanno colpito come da tetra abitudine Kiev con un nuovo attacco missilistico, che ha fatto un morto e 4 feriti. «Putin non sta preparandosi per la pace. Continua invece a uccidere ucraini e a distruggere le nostre città. Solo misure forti e pressione sulla Russia possono fermare questo terrore», ha ribadito Zelensky.
February 12, 2025