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Trump accelera sull’Ucraina. La chiamata a Putin e Zelensky: «Sono pronti per la pace, al via subito i negoziati per fermare la guerra»

12 Febbraio 2025 - 20:10 Ugo Milano
trump putin telefonata zelensky pace
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Il presidente ucraino: «Al lavoro per una pace duratura e affidabile, ci saranno altri incontri»

Donald Trump ha parlato al telefono con Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, che hanno concordato di avviare i negoziati per porre fine al conflitto in Ucraina. L’accordo stretto al telefono con il presidente russo prevede di «lavorare insieme, molto da vicino, anche visitando le rispettive nazioni. Abbiamo anche concordato di far iniziare immediatamente i negoziati (sull’Ucraina) ai nostri rispettivi team e inizieremo chiamando il presidente ucraino Zelensky per informarlo della conversazione, cosa che farò adesso», ha detto Trump dopo la telefonata con Putin. Il presidente Usa ha poi detto di aver «chiesto al segretario di Stato Marco Rubio, al direttore della Cia John Ratcliffe, al consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz e all’ambasciatore e inviato Speciale Steve Witkoff di guidare i negoziati che, sono fermamente convinto, avranno successo». Il presidente Usa ha poi dichiarato che incontrerà Putin in Arabia Saudita, che la tregua è vicina e che prima o dopo saranno necessarie delle nuove elezioni in Ucraina. Una adesione di Kiev alla Nato non sarebbe comunque realistica per Trump, in linea con quanto detto oggi da Pete Hegseth, l’uomo ora alla guida del Pentagono.

La chiamata a Putin per avviare «subito» i negoziati

I contatti tra Mosca e Washington erano già in corso, con i due leader che si erano già parlati al telefono qualche giorno fa. E per dimostrare buona volontà – l’un l’altro e di fronte al mondo – Usa e Russia hanno intanto concluso un «mini-accordo» per scambiare due prigionieri: ieri Mosca ha scarcerato Marc Fogel, insegnante ed ex diplomatico americano detenuto dal 2021 con l’accusa di possesso di droga. In cambio, nei prossimi giorni, Washington rilascerà un cittadino russo, ha annunciato stamattina il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Ieri la Casa Bianca aveva evidenziato esplicitamente il valore dello scambio come «dimostrazione di buona fede da parte dei russi e segno che ci stiamo muovendo nella giusta direzione per porre fine alla brutale e terribile guerra in Ucraina». Oggi si scopre che era ben più di un auspicio. Steve Witkoff, l’inviato speciale di Trump che ha prelevato da Mosca Fogel per riportarlo negli Usa, avrebbe avuto un lungo incontro con Vladimir Putin. Tre ore e mezza di confronto a tu per tu col presidente russo, il cui tema cardine è facilmente immaginabile. Così, per lo meno, ha riferito il noto conduttore di Fox News Sean Hannity in un’intervista col segretario di Stato Marco Rubio, che non ha né confermato né smentito la ricostruzione. Un secco no comment in proposito è arrivato stamattina pure dal Cremlino: «Non ho nulla da dirvi su questo», ha tagliato corto Peskov.

Zelensky: «Delineati i prossimi passi per la pace»

Non appena riagganciato il telefono con Putin, Trump ha rialzato la cornetta per chiamare l’altro capo di Stato interessato dal conflitto: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «La conversazione è andata molto bene. Lui, come il presidente Putin, vuole fare la pace», ha scritto Trump su Truth. «Abbiamo discusso – ha riferito il presidente americano – di vari argomenti che hanno a che fare con la guerra ma soprattutto dell’incontro che si terrà venerdì a Monaco, dove il vicepresidente JD Vance e il segretario di Stato Marco Rubio guideranno la delegazione. Spero che i risultati di quell’incontro saranno positivi. È tempo di fermare questa ridicola guerra, dove ci sono state morte e distruzione massicce e totalmente inutili». A esprimere soddisfazione per la telefonata è anche lo stesso Zelensky, che dice: «Nessuno desidera la pace più dell’Ucraina. Insieme agli Stati Uniti, stiamo tracciando i nostri prossimi passi per fermare l’aggressione russa e garantire una pace duratura e affidabile». Il presidente ucraino e quello americano hanno «concordato di mantenere ulteriori contatti e di pianificare i prossimi incontri».

La linea dura sul Kursk e l’attacco su Kiev

Il portavoce di Putin, comunque, tiene per il momento a tirare il freno a mano rispetto a eccessive attese sulla trattativa possibile con gli Usa e l’Occidente, mentre si avvicina il terzo anniversario della guerra all’Ucraina. Peskov ha detto oggi che Mosca non sarebbe disposta a uno scambio di territori per mettere fine alla guerra, scenario cui Volodymyr Zelensky aveva per la prima volta esplicitamente aperto parlando ieri al Guardian. «Questo è impossibile. La Russia non ha mai discusso e non discuterà mai di scambiare il suo territorio», ha detto Peskov, alludendo ai tentativi – sin qui riusciti solo in parte – di riprendere il controllo del Kursk con la forza piuttosto che attraverso il futuribile negoziato. Almeno ufficialmente, la priorità resta quella: le unità militari ucraine che ormai da mesi hanno occupato la regione di confine russa «saranno espulse da questo territorio, saranno distrutte», ha ringhiato Peskov, ben felice in questa fase di vestire i panni del poliziotto cattivo. Nella notte, d’altra parte, le forze russe hanno colpito come da tetra abitudine Kiev con un nuovo attacco missilistico, che ha fatto un morto e 4 feriti. «Putin non sta preparandosi per la pace. Continua invece a uccidere ucraini e a distruggere le nostre città. Solo misure forti e pressione sulla Russia possono fermare questo terrore», ha ribadito Zelensky.

Foto copertina: ANSA/EPA | L’incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump al G20 di Osaka nel 2019

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