Caro bollette, la Commissione Ue stronca le speranze anche dell’Italia: «Stop al price cap sul gas». Giorgetti annuncia un decreto sui prezzi
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Un’estensione del tetto al prezzo del gas «non è attualmente in discussione». È Anna-Kaisa Itkonen, portavoce della Commissione europea, a chiudere la porta in faccia a quei Paesi – Italia compresa – che da settimane chiedevano una proroga del tanto discusso price cap sul gas. La misura di emergenza, varata nel 2022 in piena crisi energetica, è scaduta alla fine di gennaio, proprio mentre i prezzi del metano sul mercato di Amsterdam sono tornati a crescere ai massimi degli ultimi anni, creando non poca preoccupazione tra cittadini e imprese.
Bruxelles esclude una proroga del price cap
Il caro-energia è senz’altro uno dei dossier più urgenti sul tavolo dell’esecutivo di Ursula von der Leyen, che il 26 febbraio alzerà il sipario sul tanto atteso Clean Industrial Deal, il piano per il rilancio dell’agenda verde europea e l’energia a costi accessibili. Stando alle ultime indiscrezioni, quel documento non prevederà alcuna proroga del price cap sul gas, una misura da sempre osteggiata dai colossi dell’energia. Il meccanismo, che dal 2022 ad oggi non è mai stato attivato, fissava un tetto massimo al prezzo del gas in tutta Europa a 180 euro per megawattora. Oggi, giovedì 13 febbraio, le quotazioni del gas si aggirano sui 58 euro al megawattora, una cifra ben al di sotto del tetto fissato da Bruxelles ma pur sempre molto elevata rispetto agli anni precedenti all’invasione russa in Ucraina.
Il pressing delle opposizioni sul governo italiano
Il tema del caro-bollette è finito al centro anche del dibattito politico italiano, con le opposizioni che chiedono al governo di varare al più presto una strategia che consenta a cittadini e imprese di non rimanere schiacciati dal crescente prezzo dei beni energetici. La soluzione per cui il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, più si stava spendendo in Europa è proprio il price cap, che però sembra destinato a diventare un semplice ricordo del passato. «Ho chiesto all’Unione europea di minacciare almeno di mettere un price cap – spiegava il ministro nei giorni scorsi -, che non significa fissare il prezzo di gas, ma sospendere le quotazioni. E sospendere le quotazioni – ha precisato Pichetto Fratin – non vuol dire impedire di comprare o vendere. La compravendita fisica prosegue, ma non si può più scommettere a termine, e non si può più vendere a termine».
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Le alternative al price cap su cui sta lavorando Bruxelles
Questa ipotesi, almeno per ora, sembra non essere stata presa in considerazione dai vertici Ue, che sembrano puntare su altre soluzioni. Tra queste, stando alle ultime indiscrezioni, sembra esserci il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello delle elettricità. Una misura che ad oggi è stata adottata solo in due Paesi europei – Spagna e Portogallo – con risultati soddisfacenti. Il Clean Industrial Deal che sarà presentato a fine febbraio potrebbe contenere proprio questa proposta, a cui si aggiungerà con ogni probabilità anche un vasto piano di incentivi per accelerare la produzione di energia pulita e a basso costo, così da soddisfare la domanda delle imprese più energivore e abbattere i costi in bolletta senza aumentare le emissioni di gas serra in atmosfera.
Giorgetti: «A breve un provvedimento contro il caro-bollette»
In attesa di conoscere la strategia europea, il governo italiano sta correndo ai ripari per rispondere al doppio pressing: quello delle opposizioni, che chiedono più incisività all’esecutivo, e quello delle aziende, reduci da 18 mesi consecutivi di calo della produzione industriale, in parte proprio per colpa del caro energia. «Nelle prossime settimane un provvedimento con riferimento alle dinamiche dei prezzi (energetici – ndr) dovrà essere assunto», ha ammesso il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante il question time al Senato, senza però offrire dettagli più specifici su cosa potrebbe contenere la proposta di legge. «L’andamento dei prezzi dell’energia e le bollette – ha precisato il titolare del Mef – non dipendono dal governo ma da dinamiche estranee, speculative su cui l’attenzione del governo è massima». Una prima mossa, sicuramente non risolutiva, è arrivata proprio nei giorni scorsi, con il ministero dell’Ambiente che ha deciso di anticipare le aste per il gas. La misura, almeno nelle intenzioni del governo, dovrebbe permettere all’Italia di riempire gli stoccaggi prima che i prezzi salgano ulteriormente.
Foto copertina: Dreamstime/Rustam Ziabirov