Marcell Jacobs, il doping e lo spionaggio di Equalize chiesto dal fratello di Filippo Tortu. L’atleta: «Fatti da chiarire, io estraneo»


Nove secondi e ottanta centesimi di corsa, poi lo sguardo incredulo verso il maxischermo dello stadio di Tokyo e l’ormai celebre abbraccio con Gianmarco Tamberi. È l’1 agosto quando il velocista Marcell Jacobs firma una delle pagine sportive più memorabili della storia italiana, conquistando l’oro olimpico nei 100 metri piani. Arrivando dal nulla, come sfavorito e un «signor nessuno» del palcoscenico mondiale. E proprio questo suo exploit fa storcere il naso ad alcuni, che iniziano a indagare (forse sarebbe più corretto dire investigare) sull’eventuale utilizzo di sostanze dopanti. Tra questi Giacomo Tortu, fratello del velocista Filippo che in quelle Olimpiadi proprio al fianco di Jacobs aveva vinto l’altro storico oro nella staffetta 4×100. La richiesta, fatta alla società Equalize per la modica cifra di 10mila euro, è quella di accedere alle banche dati relative al corridore italiano per verificarne i certificati del sangue. Con tanto di beffa finale: la chiavetta USB ricevuta è vuota.
Il fratello di Tortu e la richiesta a Equalize
Storie che si intrecciano, quella dell’atletica leggera e quella di Equalize, la società di sicurezza e investigazioni milanese sotto indagine per gli accessi alle banche dati istituzionali. A raccontare tutto – come riporta Il Fatto Quotidiano – è uno degli indagati dal pm milanese Francesco De Tommasi: l’ex super poliziotto Carmine Gallo. Secondo l’amministratore delegato di Equalize, a metà settembre 2020 – quindi quasi un anno prima dell’appuntamento a cinque cerchi – proprio Giacomo Tortu entra negli uffici della società in via Pattari a Milano. La richiesta è semplice: accedere ai risultati delle analisi del sangue di Marcell Jacobs. Secondo il fratello di Tortu, infatti, l’atleta nato a El Paso sarebbe positivo al doping ma i certificati sarebbero stati occultati. Ma non è tutto. Giacomo Tortu chiede anche di accedere alle telefonate e alle chat tra Jacobs e i suoi più stretti collaboratori: il manager Marcello Magnani, l’allenatore di allora Paolo Camossi e il nutrizionista Giacomo Spazzini.
Spionaggio per 10mila euro
Carmine Gallo a quel punto gli indica il nome dell’hacker vicentino Gabriele Pegoraro, anche lui indagato nell’inchiesta milanese. Il prezzo è alto, 10mila euro, da pagare in due tranche all’intermediario Lorenzo Di Iulio, anche lui tra gli iscritti nel registro degli indagati. I soldi sarebbero stati versati ma la chiavetta USB recapitata a Giacomo Tortu è vuota. Il lavoro, però, è stato fatto e anche in maniera approfondita. Una nota del Raggruppamento operativo speciale di Roma, inviato al tribunale del Riesame di Milano, parla di un’altra chiavetta su cui il superhacker Pegoraro aveva effettivamente caricato tutti i dati e i documenti relativi a Marcell Jacobs e al suo enturage. Non c’è però alcuna traccia di doping.
Le intercettazioni e la posizione di Filippo Tortu
La ricerca di Pegoraro dura oltre un anno, da settembre 2020 a ottobre 2021, tre mesi dopo i due ori olimpici di Jacobs. Pegoraro intercetta tutto, soprattutto grazie alla lunghissima lista di contatti estratta dall’utenza cellulare del nutrizionista Spazzini. Ogni dialogo o battuta tra Jacobs e i suoi collaboratori viene ascoltata, letta e tradotta in un breve appunto. Anche le videochiamate e le foto. Giacomo Tortu, contattato dal Fatto, non avrebbe fornito alcuna spiegazione. Il fratello Filippo invece ha detto di aver «appreso la notizia dagli organi di informazione». Poi ha aggiunto: «Confido che i fatti siano chiariti al più presto e che il mio nome non sia associato a eventi da cui sono totalmente estraneo». Anche perché, nel periodo in cui Equalize avrebbe spiato e intercettato la vita privata di Marcell Jacobs, proprio Filippo Tortu saliva sul gradino più alto del mondo insieme a lui.