Milano, il bimbo autistico Tommy ancora senza scuola: «La sua dignità ci ispira ogni giorno»
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Tommaso è un bambino autistico in forma severa. È stato rifiutato da 31 scuole a Milano. I genitori Eleonora N. e Alberto P. dicon che è «il dolore più grande della nostra vita, ma soprattutto il regalo più bello». E in un’intervista al Corriere di Milano raccontano la loro storia: «I primi due anni credevamo di avere un angelo invece che un figlio: non piangeva mai, non protestava per il distacco quando lo lasciavamo al nido, osservava tutto e tutti, silenzioso. Poi sono iniziati i pianti notturni inconsolabili, le frequenti stereotipie motorie, le regressioni severe… Mangiava soltanto cibi di colore rosso».
La diagnosi
E ancora: «La diagnosi è arrivata nello stesso anno in cui nasceva il fratellino. Abbiamo messo insieme la squadra dei migliori esperti di terapia comportamentale e sperimentato tutti i modi possibili per aiutarlo a recuperare il tempo perso. Ad esempio l’uso dei segni che compensano in parte la parola mancante… È come vivere con un bambino piccolo dentro un corpo sempre più adulto». I genitori ringraziano il comune «per il servizio di trasporto scolastico e alla Regione per l’utile contributo destinato ai disabili gravi. In ambito scolastico non sarà sicuramente facile, da oggi in poi, ma abbiamo grande fiducia nell’istruzione pubblica. Le battaglie sono soprattutto sulla copertura oraria e la continuità per educatori e sostegno. Tommy ha una dignità nell’affrontare una vita tanto complicata da cui dovremmo tutti lasciarci ispirare ogni giorno».
La storia
E dicono che la loro è una storia comune ad altre famiglie «che magari per imbarazzo, per abitudine, per paura, soccombono e alla fine decidono di tenere i propri ragazzi a casa o solo nei centri diurni, privandoli di ogni possibilità di socializzazione in ambienti misti, con i loro coetanei». Tommy è una persona «che vive dentro una realtà diversa dalla nostra, e probabilmente più dura della nostra, ma ovunque sia e qualsiasi cosa senta, non deve stare tanto male perché lui sorride sempre». L’iscrizione alla scuola superiore è difficile: «Non è facile sentire così tante persone che sconsigliano l’iscrizione. Il confine tra cercare di dissuadere e rifiutare è sottile ma per noi durissimo: impossibile iscrivere un quindicenne con autismo severo come il nostro, se ti fanno capire che la scuola non potrà prendersene cura».
Il 10 febbraio
Elisabetta Andreis ricorda che il 10 febbraio scadeva il termine per le iscrizioni. I genitori di Tommaso fanno sapere che come istituti hanno indicato «Il Verdi, il Caterina da Siena e il Berchet. Per il Verdi e il Caterina da Siena è già arrivata la mail del ministero con il rifiuto; la domanda è stata girata sul Berchet con cui non abbiamo avuto alcuna interlocuzione preliminare». Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha avviato una indagine e la «Verdi» ha detto di avere respinto la domanda perché non è stato effettuato il test d’ammissione. «Abbiamo avuto numerosi contatti con la Verdi e non ci hanno mai chiesto di fare un test. Forse sarebbe anche discriminatorio pretenderlo: la sua condizione non gli consentirebbe di affrontarlo» .