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In Banca d’Italia Fabio Panetta ha evitato in extremis lo sciopero generale. Ma per la chiusura di due filiali arriva “lo sciopero di coscienza” di 4 ore

14 Febbraio 2025 - 20:08 Fosca Bincher
banca d'italia
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I sindacati portano a casa begli aumenti nel 2025, e conguagli per 14 mesi 2024 nella busta paga di marzo. Ma poi decidono una mini astensione per il pomeriggio di venerdì 28 febbraio

A inizio gennaio 2025 il Governatore della Banca di Italia ha rischiato seriamente un clamoroso sciopero generale di tutti i dipendenti dopo il lungo incaglio di molte trattative sindacali, dalla riforma delle carriere alla riorganizzazione della rete territoriale fino alla mancata definizione ed erogazione dell’Ipca nel 2024, che è l’adeguamento annuale degli stipendi all’indice di inflazione prevista. Qualche brivido al Governatore deve essere venuto perché è stata subito attivata la procedura di raffreddamento e dopo una breve serie di incontri con i sindacati è arrivata subito la soluzione richiesta, pure abbastanza generosa. L’accordo prevede un’Ipca 2024 all’1,9% e il pagamento di 14 mesi arretrati nella busta paga del mese di marzo, in cui verrà aggiunto pure uno 0,2% una tantum. A questo sono aggiunti 200 euro a tutti di maggiorazione sul conto welfare dei dipendenti e l’impegno della banca a pagare l’Ipca 2025 nel prossimo mese di luglio, insieme ai conguagli stipendiali del triennio 2022-2024.

Arriva lo scioperetto da week end lungo venerdì 28 febbraio indetto da due sigle

Lo sciopero generale è così stato rapidamente archiviato, ma non tutto si è risolto. Il piano di riorganizzazione delle filiali è stato modificato e poi approvato da molte sigle sindacali, tanto da essere ratificato a fine gennaio dal consiglio superiore della Banca di Italia. Ma al suo interno la chiusura brusca di due filiali, quella di Brescia e quella di Livorno, ha scatenato due sigle sindacali importanti come la Falbi e il Sibc. E lo sciopero evitato qualche settimana prima è tornato di attualità. Le due sigle hanno infatti dichiarato uno scioperetto nelle ultime quattro ore di turno della giornata di venerdì 28 febbraio. Una sorta di week end allungato (che per altro esiste di norma in molte aziende), che un po’ fa sorridere anche i vertici della banca centrale.

Il comunicato di San Valentino e le accuse di scarso sentimento rivolte alla banca centrale

I due sindacati- Falbi e Sibc- hanno voluto allora dare all’astensione un po’ di peso politico con un volantino distribuito il 14 febbraio, che definisce la loro decisione uno “sciopero di coscienza e di opposizione contro l’arroganza di questa nuova Banca che calpesta la dignità dei lavoratori e pretende di chiudere due Filiali nel giro di 3 mesi, incurante delle colleghe e dei colleghi che ci lavorano e delle loro famiglie”. Sciopero di coscienza, dunque, e almeno per questo rappresenta un primato nella pure lunga storia della banca centrale italiana. Anche i sindacati interni sembrano poco esperti di vertenze dure e perfino del linguaggio di solito usato in queste occasioni. E con la loro coscienza in sciopero pongono al datore di lavoro una sorta di inusuale questione morale se non addirittura di cuore (in fondo hanno scritto tutto nel giorno di San Valentino). Ecco la loro accusa a Panetta & c: «Le persone non vivono solo di Banca, convegni & relazioni pubbliche, ma anche di relazioni umane e familiari. Il menefreghismo dell’Istituto di fronte ai colleghi è inaccettabile».

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