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Gaza, Hamas annuncia gli ostaggi da liberare sabato: ci sono anche un russo e un americano

14 Febbraio 2025 - 15:03 Ugo Milano
Ostaggi Gaza Israele Hamas
Ostaggi Gaza Israele Hamas
Saranno rilasciati Sasha Trufanov, Saguy Dekel-Chen e Yair Horen: furono sequestrati il 7 ottobre dal kibbutz di Nir Oz

Hamas a comunicato a Israele tramite i mediatori i nomi dei tre ostaggi che libererà domani, sabato 15 febbraio: si tratta di Aleksandr (Sasha) Trufanov (29 anni), Saguy Dekel-Chen (36
anni) e Yair Horen (46 anni). Lo ha fatto sapere l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, confermando che la lista «è stata accettata» da Israele. Trufanov è anche cittadino russo, e per lui nei mesi scorsi si è speso anche il Cremlino, mentre Dekel-Chen ha anche la nazionalità americana. Tutti e tre sono stati sequestrati da Hamas il 7 ottobre dal kibbutz di Nir Oz. Sembra quindi reggere, almeno per ora, l’accordo di tregua tra le due parti, che nei giorni scorsi era parso a forte rischio di collasso: Hamas aveva annunciato il rinvio di questi rilasci a causa di presunte «violazioni del cessate il fuoco» da parte di Israele, il quale aveva risposto dando disposizioni all’esercito di tenersi pronto ad ogni scenario. Ci aveva messo del suo anche Donald Trump, che aveva alzato la posta con Hamas: «Liberi entro sabato tutti gli ostaggi o io direi di far saltare tutto e scatenare l’inferno». Netanyahu s’è poi attestato su una posizione ambigua, a metà strada. Per ora Israele incasserà la liberazione dei tre nuovi ostaggi, rilasciando in cambio altre centinaia di detenuti palestinesi (369, secondo Hamas). Poi si vedrà.

Gli ostaggi a Gaza e la fase 2 dell’accordo

Dopo l’eccidio nel sud di Israele del 7 ottobre 2023 – 1.200 morti e centinaia di rapiti – si calcola che nel Hamas (con la Jihad islamica) abbia ancora in ostaggio 76 cittadini israeliani. Di questi, altri 17 dovrebbero essere rilasciati nella prima fase del cessate il fuoco, dopo i 16 già liberati. Non è detto però che tutti siano in vita. La sorte della restante sessantina di ostaggi dovrebbe essere discussa invece nell’ambito dei negoziati sulla seconda fase della tregua, che prevedrebbe anche il completamento del ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. Uno scenario che l’estrema destra di governo israeliana vede però come fumo negli occhi, con il rischio di riconsegnare quel fazzoletto di terra a Hamas. Esito che lo stesso Netanyahu – forte ora dell’asse ritrovato con Trump – non è disposto ad accettare. Per questo il prosieguo delle trattative sulla tregua resta quanto mai incerto.

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