Roma, donna chiusa in cantina per mesi: solo due secchi per i bisogni. Si salva con il segnale d’aiuto
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Una cantina trasformata in prigione, due secchi per feci e urine, gli insulti, le minacce e le percosse – anche in strada. Fino all’arresto del compagno, un 45enne napoletano, una donna di origini polacche è stata costretta a vivere in uno stato di segregazione e totale sottomissione in una palazzina di zona Capannelle, nel sud di Roma. Per l’uomo sono scattate le manette dopo che una passante ha denunciato un episodio di violenza, avvenuto durante una delle rare passeggiate concesse alla donna all’aria aperta. Durante il dialogo con gli agenti, la 38enne polacca ha chiuso il pollice sul palmo e ha alzato e abbassato le altre quattro dita: segno inequivocabile di richiesta d’aiuto.
La denuncia e il segnale d’aiuto
Inizia tutto per caso lo scorso 31 gennaio. Una signora sta acquistando un pacchetto di sigarette in un bar quando, dall’altra parte della strada, vede un uomo trascinare per i capelli una donna mentre la minaccia: «Ti ammazzo». Prova a mettersi in mezzo ma viene respinta: «Fatti gli affari tuoi». Immediata la segnalazione ai carabinieri, che intervengono con una volante e vengono indirizzati dalla signora verso l’edificio in cui i due erano entrati. Lì si recano gli agenti, che interrogano il 45enne. «Vi state sbagliando, qui è tutto normale non è successo proprio nulla», si giustifica l’uomo, e poi interpella la donna rimasta in silenzio. «Diglielo anche tu che è tutto ok». Lei annuisce, ma appena l’uomo si gira fa il segnale d’aiuto. Gli agenti lo vedono e intervengono immediatamente.
La cantina-prigione
La donna è ora in un centro antiviolenza, l’uomo in carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Negli scorsi giorni è stata sequestrata la cantina, senza finestre, che per mesi era stata la prigione della 38enne. All’interno gli inquirenti hanno trovato un materasso, una cassettiera, alcuni sacchi contenenti vestiti, una mensola con oggetti di cura per la persona e secchi e bottiglie per i bisogni fisiologici. Sono state sentite alcune persone che abitavano in quel palazzo e la madre dell’uomo. Nessuno ha parlato.