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Gaza, rilasciati gli ostaggi a Khan Younis. Hamas e il messaggio «il tempo stringe»

15 Febbraio 2025 - 08:31 Ugo Milano
Ostaggi Gaza Israele Hamas
Ostaggi Gaza Israele Hamas
Oggi verranno liberati Aleksandr (Sasha) Trufanov (29 anni), Saguy Dekel-Chen (36 anni) e Yair Horen (46 anni).

Gli ostaggi di Hamas sono stati consegnati alla Croce Rossa a Khan Younis. Oggi sono stati liberati Aleksandr (Sasha) Trufanov (29 anni), Saguy Dekel-Chen (36 anni) e Yair Horen (46 anni).
«Lascio dietro di me mio fratello Eitan qui a Gaza. Bisogna riportarli tutti a casa», ha detto Yair. Nella città nel Sud della Striscia di Gaza, Hamas ha allestito un palco, attorno al quale si sono schierate decine di uomini armati. L’obiettivo pare essere prevenire la concentrazione della folla verificatisi durante il rilascio di Arbel Yehud. La 29enne israeliana era tra gli otto ostaggi liberati lo scorso 30 gennaio e costretti a muoversi tra la folla che si accalcava intorno al luogo del rilascio. Circostanza che Israele aveva aspramente criticato, parlando di «immagini dell’orrore». In particolare, le immagini diffuse da Al Jazeera mostrano gli uomini armati di Hamas che pattugliano un edificio distrutto al centro del luogo della consegna. Altre macerie circondano la zona scelta, una delle più martoriate dal conflitto Sul palco sventolano bandiere di Hamas, della Jihad islamica e palestinesi mentre gli altoparlanti diffondono musica.

Il «tempo stringe» per Matan Angrest

Durante la cerimonia di rilascio, Hamas ha dato ai tre ostaggi liberati rapiti un «dono crudele» da consegnare a Einav Tsengaukar, la madre del rapito Matan Angrest, ancora prigioniero a Gaza: una clessidra con la scritta «il tempo stringe». Nelle scorse settimane, la famiglia dell’ostaggio aveva espresso preoccupazione circa le condizioni di vita di Angrest. Pochi giorni fa, secondo quanto riporta The Times of Israel, i familiari hanno affermato di aver ricevuto rassicurazioni. Matan è vivo, anche se in condizioni di detenzione difficili.

Gli ostaggi a Gaza e la fase 2 dell’accordo

Si stima che Hamas, insieme alla Jihad islamica, detenga ancora 76 ostaggi israeliani. Tra questi, 17 dovrebbero essere rilasciati nella prima fase del cessate il fuoco, dopo i 16 già liberati. Tuttavia, non vi è certezza che tutti siano ancora in vita. Il destino degli altri sessanta prigionieri dovrebbe invece rientrare nei negoziati per la seconda fase della tregua, che includerebbe anche il ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. Uno scenario che la destra radicale al governo in Israele considera inaccettabile, temendo di restituire il controllo dell’area a Hamas. Eventualità che lo stesso primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non sembra intenzionato a intende tollerare dopo il supporto espressogli dal presidente degli Usa Donald Trump e la pressione nei confronti di Hamas.

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