«Mio padre è morto in una Rsa a Settignano e mi hanno mandato la fattura degli ultimi giorni di degenza»
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Lucia Samuelli, personal trainer a Firenze, è la figlia di Gianpiero, pensionato 86enne ed ex magazziniere alla Zanussi. L’uomo è morto l’11 febbraio nella Rsa Villa Desiderio di Settignano. Insieme ad altri due anziani, mentre 114 sono rimasti intossicati per del cibo avariato. Samuelli racconta al Corriere della Sera che «lunedì scorso — verso le 6 del mattino — mi hanno chiamato dalla Rsa per dirmi che stavano portando mio padre all’ospedale per vomito e diarrea». E poi? «E poi un’ora dopo mi ha chiamato il medico dell’ospedale per dirmi di correre da loro, che mio padre era in condizioni gravi: poteva morire da un momento all’altro».
La Rsa Villa Desiderio
A quel punto il giorno successivo è stato celebrato il funerale. «Distrutti dal dolore, abbiamo letto le notizie comparse sui giornali. Parlavano di due morti sospette in una Rsa per una presunta intossicazione alimentare: non era indicato il nome della struttura ma tutto quello che era successo a mio padre poche ore prima della sua morte mi ha fatto pensare. Allora ho deciso di fare un esposto ai carabinieri, raccontando tutto quello che era successo», dice a Simone Innocenti. Ora per il decesso del padre si indaga per omicidio colposo e commercio colposo di sostanze alimentari. Gianpiero Samuelli era ospite della Rsa «da due anni, non è stata per nulla una scelta facile. Ma la patologia di mio padre ha necessitato di un ambiente che lo potesse accogliere. Per quanto mi riguarda l’ho sempre chiamato tutti i giorni e sono andata a trovarlo quasi sempre».
Sereni Orizzonti
La società «Sereni Orizzonti», che gestisce l’Rsa «Villa Desiderio», in un comunicato stampa «esprime il sincero cordoglio» per quanto accaduto. «A me nessuno ha chiamato per esprimermi cordoglio. Le posso dire che stamani (ieri per chi legge, ndr) ho invece trovato la fattura per i nove giorni di degenza di mio padre: all’incirca 600 euro. Posso anche dirle che quando mia madre e mia zia sono andate a riprendere gli effetti personali di mio babbo nella sua stanza alla Rsa le dipendenti dell’ufficio economico non hanno parlato con nessuno. A mia madre e a mia zia è stato spiegato che erano impegnate per un’emergenza». Lei come si sente? «Se lo può immaginare. Sento un dolore infinito. Penso solo che mio padre — in quei giorni — deve aver provato una sofferenza che non riesco neppure a immaginare».