I leader Ue convocano un vertice sull’Ucraina. Macron e Scholz replicano a Vance: «Nessuno può imporre il proprio modello all’Europa»
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Lunedì 17 febbraio potrebbe tenersi un vertice straordinario dei leader europei a Parigi per parlare di Ucraina. A rivelarlo, nel suo intervento alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, è il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski. Il primo ministro della Polonia, Donald Tusk, «parteciperà a un incontro dei leader europei lunedì su invito del presidente Emmanuel Macron. Dobbiamo mostrare la nostra forza e unità», ha detto il ministro polacco. L’evento, però, pare non sia ancora confermato. Fonti dell’Eliseo dicono che «ci sono discussioni in corso fra i leader europei per un possibile incontro informale», ma «nulla è fissato per il momento».
Le chiamate di Trump e l’attacco di J.D. Vance
L’idea di organizzare un vertice straordinario europeo è maturata dopo una settimana di accelerazione diplomatica da parte degli Stati Uniti per chiudere in fretta la guerra in Ucraina. Nei giorni scorsi, il presidente americano Donald Trump ha parlato al telefono con Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky per intavolare al più presto una trattativa. L’Europa, però, teme di essere esclusa da questo processo e prova a fare la voce grossa per avere un posto al tavolo dei negoziati. A confermare i rapporti tesi tra Bruxelles e Washington sono anche le parole pronunciate da J.D. Vance, vice di Trump, alla Conferenza di Monaco. La minaccia più grave per l’Europa «non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno. Ciò che mi preoccupa è la minaccia dall’interno, l’allontanamento dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali», ha detto Vance poco prima di invitare i leader europei a sdoganare una volta per tutte forze politiche di estrema destra, come Alternative für Deutschland in Germania.
La risposta di Parigi e Berlino
Le parole di Vance, vissute come un vero e proprio attacco al modello politico europeo, hanno incontrato oggi la risposta di Francia e Germania. «Oggi a Monaco di Baviera, sto riaffermando tre principi: 1) La libertà di parola è garantita in Europa. 2) Quando si è sicuri di sé, non ci si sente minacciati dalle critiche. 3) Nessuno è obbligato ad adottare il nostro modello, ma nessuno può imporci il proprio», ha scritto su X il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot. Alle sue parole hanno fatto seguito quelle pronunciate dal cancelliere tedesco Olaf Scholz: «Non accetteremo che persone dall’esterno intervengano nelle nostre elezioni». Quanto all’ipotesi di collaborare con l’AfD, ha aggiunto: «L’estrema destra deve restare fuori dal controllo politico e dai processi decisionali e non ci sarà alcuna cooperazione con loro. Non sta agli altri darci consigli di cooperare con questi partiti».
Foto copertina: EPA/Mohammed Badra | Il presidente francese Emmanuel Macron