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«Ho scritto una lettera a Giorgia Meloni per riportare a casa il nostro Alberto Trentini, come è stato fatto con Cecilia Sala» – Il video

16 Febbraio 2025 - 22:03 Stefania Carboni
alberto trentini
alberto trentini
Le parole di Armanda Trentini, madre del cooperante arrestato a Caracas a a Che Tempo Che Fa. «Non abbiamo notizie da lui dal giorno del fermo»

«Ho scritto una lettera e la nostra avvocata l’ha inoltrata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e proprio perché è madre pure lei, mi aspetto che me lo porti a casa, che percorra delle strade anche facendosi aiutare dalle Istituzioni di altri Paesi come è stato fatto per la nostra giornalista Cecilia Sala». Queste le parole di Armanda Trentini, madre di Alberto Trentini, il cooperante dell’ong internazionale Humanity&Inclusion, da oltre 90 giorni detenuto in un carcere di Caracas, Venezuela, con accusa di terrorismo, a Che Tempo Che Fa sul canale Nove.

«Non ho notizie di Alberto dal 15 novembre 2024. Voglio dire che il 15 novembre lui era all’aeroporto e come al solito, perché ci sentivamo con messaggi o con videochiamate ogni giorno, dall’aeroporto di Caracas mi ha mandato un saluto, come era solito fare. Poi ho aspettato, come eravamo abituati, di ricevere i saluti quando arrivava a destinazione e con i saluti la piccola mappa di Google. Non è mai arrivata, la notte l’ho cercata perché con il fuso orario avrei dovuto trovare il messaggio, e la sera del 16 ci hanno avvertito che era in stato di fermo. Da allora di Alberto non abbiamo avuto notizie. È isolato e non ci risulta che abbia incontrato nessuno, non ha potuto chiedere di parlare con un avvocato o di contattare la sua famiglia, nulla», racconta. «Ci è stato riferito che sta discretamente bene. Prima ci hanno avvertiti che è vivo e non avendo altre notizie è stata una buona notizia. Poi ci hanno detto che la sua salute è discreta e che può prendere il farmaco di cui ha bisogno. Siamo seguiti sin dai primi momenti dall’avvocata Alessandra Ballerini, che ci informa perché tiene i contatti con la Farnesina e con le istituzioni consolari. Da Alberto non abbiamo mai avuto nulla, non abbiamo avuto nessun contatto, la nostra disperazione è questa», ha aggiunto la donna ospite da Fazio.

«Alberto è un cooperante, e ha scelto questo mestiere perché amava aiutare»

«Alberto è un cooperante, e ha scelto questo mestiere perché amava aiutare chi era in stato di necessità. E ne aveva fatto la sua missione, aveva studiato per prepararsi, aveva preso una specializzazione a Liverpool poi un Master a Litz sulla sanificazione dell’acqua, era specializzato anche nelle emergenze. Per lui era la sua passione e la sua missione. Aveva scelto questa ong che si occupava di persone con disabilità perché si era innamorato di una ragazza che viveva là, per stare vicino a lei. Era arrivato da poco tempo, per questo noi siamo rimasti sconvolti da questo stato di fermo, non ce lo spieghiamo e da 3 mesi non lo sentiamo», racconta la signora Trentini.

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