I cambiamenti climatici fanno schizzare alle stelle il prezzo del cacao: +400% nel giro di pochi anni
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C’è anche il cacao tra le vittime dei cambiamenti climatici. A svelarlo sono due rapporti, pubblicati da Climate Central e Christian Aid, che certificano l’impatto del riscaldamento globale sulla produzione di cacao e, più o meno direttamente, anche sul prezzo che pagano i consumatori. Nel 2024, secondo l’analisi di Climate Central, la crisi climatica ha aggiunto sei settimane di temperature più elevate rispetto alle condizioni ottimali di crescita del cacao in Ghana, Costa d’Avorio, Camerun e Nigeria. Questi quattro Paesi africani sono responsabili da soli del 70% della produzione mondiale di cacao, seguiti da Brasile, Indonesia, Perù e Cile.
Il ruolo del caldo record e delle precipitazioni
Utilizzando dati provenienti da 44 aree dell’Africa occidentale dove si produce cacao, i ricercatori di Climate Central hanno confrontato le temperature del 2024 con quelle di uno scenario senza riscaldamento globale. Il risultato è che la crisi climatica ha aggiunto tre settimane con temperature superiori a 32°C sia in Ghana che in Costa d’Avorio tra ottobre e marzo, ossia nella stagione di crescita delle fave dell’albero del cacao. Il caldo eccessivo, spiegano gli esperti, può ostacolare la fotosintesi e aumentare la tensione idrica all’interno delle piante. Il risultato? Fiori raggrinziti e baccelli più piccoli.
Oltre alle temperature, poi, c’è da fare i conti con le precipitazioni, fondamentali per la crescita del cacao. La quantità di pioggia considerata ideale dagli esperti è compresa tra i 1.500 e i 2.000 millimetri all’anno. Il 2024, però, è stato un anno tutto fuorché ordinario dal punto di vista climatico per l’Africa Occidentale. A luglio, alcune zone della Costa d’Avorio hanno ricevuto il 40% di pioggia in più della media stagionale, allagando i campi coltivati e danneggiando le piante di cacao. A dicembre, invece, non è caduta neanche una goccia di pioggia in quasi tutto il Paese.
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L’aumento del prezzo del 400%
La carenza di cacao è iniziata in realtà già nel 2023, dopo una stagione di piogge insolitamente abbondanti durante la stagione secca in Ghana. Le precipitazioni totali in Africa occidentale sono state più del doppio della media trentennale per quel periodo dell’anno e hanno causato il marciume delle piante e la diffusione di una malattia nota come «macchia nera». Nel 2024, è arrivata poi una lunga siccità, che solo in Ghana ha colpito più di un milione di persone e causato gravi danni ai raccolti.
La produzione fallimentare delle ultime due stagioni ha fatto schizzare alle stelle i prezzi del cacao sui mercati di Londra e New York, le due Borse dove viene scambiata questa materia prima. Per diversi decenni, i prezzi nella Grande Mela hanno oscillato tra i 2mila e i 3mila dollari a tonnellata. A dicembre del 2024, hanno raggiunto un picco di oltre 12.500 dollari a tonnellata, un aumento di oltre il 400%. Da allora, i listini sono tornati a scendere e si aggirano ora intorno ai 10mila dollari a tonnellata, ma restano a livelli sensibilmente superiori a quelli registrati fino a pochi anni fa.
Le altre cause dietro l’aumento dei prezzi del cacao
Secondo gli esperti e molte aziende produttrici, è il cambiamento climatico la principale causa dietro gli aumenti di prezzo del cacao registrati negli ultimi anni. L’aumento delle temperature, però, non è l’unico fattore che sta mettendo a dura prova i produttori. Tra le altre cause citate dai ricercatori ci sono le infestazioni di cocciniglie, il contrabbando e l’estrazione mineraria illegale, che spesso viene portata avanti sottraendo terreno proprio ai coltivatori. Infine, potrebbe aver giocato un ruolo anche il regolamento europeo contro la deforestazione, che avrebbe dovuto entrare in vigore nel 2025 ma è stato posticipato di un anno. Il provvedimento approvato a Bruxelles nel 2023 vieta di importare in Europa prodotti ottenuti da coltivazioni che abbiano provocato interventi di deforestazione. Un regolamento ambizioso e applaudito dalla comunità scientifica, ma che rischia di mettere a dura prova i piccoli produttori africani, che non sempre sono nelle condizioni di poter coltivare il cacao seguendo i rigidi criteri di sostenibilità fissati in Europa.
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Foto copertina: Dreamstime/Sumi Ningsih