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Milano, la polizia vicina al killer della sparatoria di piazzale Gambara. Avrebbe agito per rabbia

16 Febbraio 2025 - 20:04 Alba Romano
piazzale gambara
piazzale gambara
Gli spari a volto scoperto, la donna che accompagnava la vittima, poi fuggita. Cosa è emerso dall'aggressione in cui ha perso la vita Ivan Disar, 49 anni ucraino

L’agguato con cinque colpi di pistola calibro 38, sparati in una panetteria-pasticceria di piazzale Gambara a Milano, che ha portato all’uccisione di Ivan Disar, 49 anni ucraino, sposato con figli, e ferito gravemente l’autotrasportatore Pavel Kioresko, 26 anni, entrambi ucraini, non è qualcosa legato alla criminalità organizzata. Anzi, chi ha sparato lo avrebbe fatto più per rabbia, rancori passati e liti. Ne è convinta la Squadra Mobile che ha una pista solida e sta cercando di rintracciare in questo ore chi ha aperto il fuoco.

La dinamica, il drink e poi l’ingresso dal panettiere

Anche perché l’uomo ha agito a volto scoperto e non mancano i testimoni che l’hanno visto vicino alla panetteria dato che la sparatoria è successa all’orario dell’aperitivo e il negozio si trova accanto a una enoteca e davanti all’ingresso della metro. I due ucraini, che abitano in zona, hanno preso un drink in un bar vicino e poi hanno raggiunto la panetteria, dove erano erano con una donna loro connazionale che li aveva raggiunti. E ci sono rimasti per circa un’ora, fino all’arrivo del killer. Ma quando gli operatori del 118 e gli investigatori della Mobile con la Scientifica sono arrivati sul posto la donna non c’era più. Ha però parlato a lungo con i carabinieri, che hanno avvertito la Polizia e gli investigatori, con il pm Carlo Parodi. Sentito anche il fornaio, storico commerciante di piazzale Gambara che avrebbe fornito elementi importanti agli inquirenti.

Ivan Disar è morto poco dopo il suo ricovero in ospedale al Policlinico. Il 26enne rimasto ferito è fuori pericolo di vita dopo essere stato operato per estrarre un proiettile in pieno petto all’ospedale San Carlo. Un secondo, sempre al petto, l’ha trapassato ed ora è ricoverato in rianimazione. Qualcuno della zona conosce anche i due ucraini colpiti. «Gente tranquilla.- racconta un pensionato all’Ansa – qualche volta è capitato di farci due chiacchiere mentre bevevamo il caffè».

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