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I dubbi di Giorgia Meloni sul vertice di Macron per l’Ucraina: «Trump non va preso di petto». I partecipanti e la proposta per la Nato

17 Febbraio 2025 - 08:49 Antonio Di Noto
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La premier non è convinta dalle scelte del presidente francese e per questo non ha ancora detto se andrà di persona a Parigi, rischiando di compromettere la sua posizione di mediatrice con gli Usa

Non ha ancora deciso se partirà per Parigi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In un modo o nell’altro, in videoconferenza o in presenza, ci sarà anche lei al vertice di emergenza per la pace in Ucraina organizzato dal presidente francese Emmanuel Macron tra i principali leader europei. Ma la premier nutre numerosi dubbi sulla formula scelta dall’inquilino dell’Eliseo, sui partecipanti e sulle modalità del vertice. Dalle indiscrezioni fatte filtrare da Palazzo Chigi pubblicate oggi su diversi quotidiani nazionali tra cui Corriere della Sera, La Repubblica e Il Messaggero emerge una Giorgia Meloni divisa tra l’appoggio all’iniziativa macroniana e la volontà di mantenersi defilata, anche per preservare la posizione di mediatrice tra l’Europa e l’amministrazione Trump che la premier si è ritagliata nelle scorse settimane.

La rabbia per i partecipanti

Il primo nodo riguarda l’organizzazione. Repubblica riporta che secondo Meloni questa avrebbe dovuto essere presa in carico dall’Unione Europea, e non dalla Francia. D’altro canto, c’è la difficoltà del presidente degli Usa Donald Trump a riconoscere i vertici di Bruxelles come interlocutori affidabili. Per questo il Corriere della Sera ipotizza il contrario: Meloni avrebbe preferito che l’Ue ne restasse fuori. Strettamente legato a questo punto c’è quello dei partecipanti. Secondo le indiscrezioni, Meloni era particolarmente ostile alla prima ipotesi, definita Weimar Plus, che includeva solamente Francia, Italia, Regno Unito, Polonia e Germania. Gli inviti sono poi stati estesi a Danimarca e Olanda, al presidente della Consiglio Europeo Antonio Costa e alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al segretario generale della Nato Mark Rutte.

L’ipotesi di saltare la foto di rito

Meglio? Forse. Ma non bene, perché mancano ancora i Paesi dell’Ue che condividono un confine con la Russia: le repubbliche baltiche e la Finlandia. Alla luce delle divergenze, Meloni starebbe valutando di non legare la propria immagine al vertice. Un videocollegamento o un arrivo in ritardo all’appuntamento previsto per il tardo pomeriggio le consentirebbero di saltare la foto di rito e di non essere inclusa in uno scatto così simbolico. Secondo quanto riporta Tommaso Ciriaco su La Repubblica, la foto non potrà essere fatta che all’inizio, dato che il cancelliere tedesco Olaf Scholz dovrà tagliare corto ed essere in patria intorno all’ora di cena.

La proposta sull’Ucraina (quasi) nella Nato

Dunque la premier starebbe cercando un modo di restare legata all’Europa, senza però infastidire Trump. Un modo di far sapere a Washington che il vecchio continente si sta organizzando, ma allo stesso tempo che ha fiducia nella conduzione americana delle trattative di pace. Anche se queste al momento volano sopra la testa dell’Europa – e dell’Ucraina soprattutto – per rivolgersi direttamente a Mosca. Il dubbio lacera la premier, che per il tavolo dei negoziati ha una proposta concreta, già ventilata al leader di Kiev Volodymyr Zelensky. Anziché portare l’Ucraina nella Nato, secondo la premier sarebbe più vantaggioso estendere al Paese invaso solo l’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, quello che impone ai membri di difendere chi viene attaccato. Così, l’Ucraina non ospiterebbe basi militari. Una soluzione che anche Vladimir Putin potrebbe accettare.

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