500 giorni di guerra a Gaza, Israele vuole chiudere lo psicodramma ostaggi: «Hamas ne liberi altri 6». Giovedì il rilascio di 5 cadaveri
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Israele vuole accelerare l’implementazione della prima fase – e forse ultima – dell’intesa di tregua a Gaza. Sono ancora 15 gli ostaggi che devono essere liberati da Hamas nella prima fase, dei 33 pattuiti. Di questi, si ritiene però che 9 siano morti. Cinque di questi corpi, scrivono oggi i media israeliani, dovrebbero essere riconsegnati nella giornata di giovedì. Le loro identità, a quanto pare, saranno rese note dal gruppo terroristico la mattina stessa del rilascio. Sabato invece dovrebbero essere liberati altri tre ostaggi vivi, come avviene ormai regolarmente da diverse settimane. Lo Stato ebraico vorrebbe però che il numero dei rilasciati salisse questa volta a 6, cioè che Hamas liberi tutti gli ostaggi vivi rimasti della prima fase. In cambio, scrive Ynet, ha proposto ai mediatori di far entrare centinaia di altre roulotte nella Striscia di Gaza. Lo riferiscono i media israeliani.
Il futuro della tregua (e di Gaza)
Ma che succederà quando, forse presto, la prima fase dell’accordo sarà finita? L’interrogativo sarà al centro della riunione del gabinetto di sicurezza israeliano convocato per questa sera, chiamato a vagliare il mandato negoziale da conferire in vista della possibile seconda fase della tregua. Possibile ma non certa, tenuto conto che la destra di governo punta i piedi e preme perché la guerra per sradicare Hamas riprenda il prima possibile. Sul fronte opposto i famigliari degli ostaggi, che non perdono giorno né ora per ricordare al governo il «sacro dovere» di riportare a casa tutti, e il prima possibile, viste le condizioni in cui versano molti dei rapiti nei tunnel di Gaza. Netanyahu, stretto tra le pressioni contrastanti, per il momento tace sulla strategia. Ma non rinuncia a tornare a dire la sua sul futuro di Gaza, quando sono passati 500 giorni dall’inizio della guerra «totale» con Hamas. «Come promesso, il giorno dopo la guerra a Gaza, né Hamas né l’Autorità Nazionale Palestinese saranno presenti» nella Striscia, ha detto il premier, sottolineando di essere «impegnato nel piano del presidente Trump per creare una Gaza diversa». Ossia, nella visione del leader Usa, senza palestinesi.