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Europeista, antifascista, a favore dei diritti dei gay e dell’integrazione: Marina Berlusconi e la destra anti-Trump

17 Febbraio 2025 - 06:20 Alba Romano
marina berlusconi consegna dell'onorificienza
marina berlusconi consegna dell'onorificienza
L'intervista al Foglio della primogenita del Cavaliere: «Servono più libertà e più concorrenza. Questo vale per l'Europa come per l'Italia».

«Troppo spesso l’appartenenza all’Unione è ancora vissuta come una cessione di sovranità, come se più Europa significasse meno Italia, meno Germania, meno Francia… Basta vedere quei movimenti che da una parte proclamano di voler rendere grande l’Europa e dall’altra predicano il motto di meno Europa e più sovranità. Ma vale esattamente il contrario, perché la vera sovranità è saper rispondere al meglio ai bisogni dei cittadini e non può esserci sovranità nella solitudine». L’intervista di Marina Berlusconi al Foglio di Claudio Cerasa è un manifesto politico chiaro. La primogenita del Cavaliere critica il bullo Donald Trump e dice di essere a favore dei matrimoni e dei diritti degli omosessuali. Ma soprattutto il suo è un inno europeista con pochi distinguo: «Servono più libertà e più concorrenza. Questo vale per l’Europa come per l’Italia».

L’Europa deve svegliarsi

Marina B. dice che i 27 stati europei, presi singolarmente, «sono poco più di un’espressione geografica». Ma «l’Europa deve svegliarsi», sostiene la presidente di Fininvest: «Penso alla difesa comune, alla politica estera comune, al debito comune, al mercato unico dei capitali: tutti casi in cui l’unione fa la forza».

Ma soprattutto è interessante l’analisi sulla destra estrema tedesca alla vigilia delle elezioni in Germania dove Afd potrebbe diventare il secondo partito: «In Europa, in questo momento, ci sono tante destre. Quella italiana – e credo che tutti dovrebbero dargliene atto – riesce a mantenere una posizione di equilibrio e piena adesione ai valori democratici. Mi lasci dire che chi si è inventato il nostro centrodestra trent’anni fa ci aveva visto lungo… Oggi viviamo una fase storica molto difficile e il ruolo di Giorgia Meloni è decisamente complesso: sono convinta che meriti stima e rispetto per quello che sta facendo. Purtroppo la situazione appare molto diversa in altri paesi, dove i movimenti più radicali si stanno rafforzando: in alcuni casi addirittura dettano l’agenda alle forze più moderate».

Antifascismo

Rispetto a quella destra, però, Marina B. non ha molti problemi a dichiararsi «assolutamente antifascista, così come sono assolutamente anticomunista. Non vedo come possa non esserlo chiunque dia il giusto valore alla storia. Tutte le polemiche sulla necessità di dirsi antifascisti mi paiono, però, forzature strumentali». Perché invece «servono leader politici che guidino la società, invece che lasciarsi guidare solo dalla ricerca del facile consenso, assecondando – e spesso fomentando – la rabbia e le paure della gente».

E ancora: «Oggi ci troviamo a dover fare i conti con problemi giganteschi, che mi pare si possano affrontare in tre modi diversi: possiamo ignorarli, come ha fatto il progressismo più miope, lasciandoli così crescere fino a diventare ingestibili; possiamo inseguire soluzioni semplicistiche ed estreme, che nella realtà però non risolvono assolutamente nulla, anzi si rivelano davvero pericolose; oppure possiamo rimboccarci le maniche, sapendo che i tempi saranno lunghi e le difficoltà enormi, ma che, pezzo dopo pezzo, mediazione dopo mediazione, troveremo una qualche via d’uscita.

Le agende della crudeltà e dell’integrazione

Un altro tema è quello dell’immigrazione, nel quale ci sono due agende: quella della crudeltà e quella dell’integrazione. La scelta di campo di Marina Berlusconi è chiara: «Quello delle migrazioni è un problema epocale che ci porteremo dietro per chissà quanto tempo, e che si potrà risolvere – se mai si potrà risolvere – solo con l’integrazione e con il supporto allo sviluppo dei paesi di provenienza. Ma occorre anche molta ragionevolezza. È chiaro che non possiamo impedire a milioni di disperati d’inseguire il sogno di una vita migliore, ma è altrettanto chiaro che questa vita migliore non possiamo certo offrirla a tutti».

Matrimoni gay, cittadinanza, suicidio assistito

Infine, sui diritti civili: «Sono favorevole ai matrimoni gay. Guardi, se c’è qualcuno che dà valore alla famiglia, beh quella sono io. Avere una famiglia unita e solida è da sempre l’obiettivo principale della mia vita. Proprio per questo, sono convinta che la famiglia non possa essere ingabbiata in schemi e modelli standard, ma ognuno debba avere il diritto di creare la propria insieme alla persona che ama. Altro discorso è quello della maternità surrogata, su cui mi trovo contraria: qualcosa di intimo e profondo come la maternità non può trasformarsi in una mercificazione del corpo femminile. Per quanto riguarda invece il suicidio assistito, penso che chi è afflitto da una malattia incurabile e dolorosa debba avere il diritto di porre fine alla propria esistenza con dignità, ovviamente sulla base di una decisione presa in totale libertà e consapevolezza».

«Ho tenuto per ultimo l’argomento della cittadinanza per chi nasce in Italia perché su questo tema penso serva molta gradualità: posizioni troppo drastiche e ideologiche non fanno che generare eccessi in senso opposto. Servono piccoli passi in avanti, con l’obiettivo di un’integrazione ragionevole, senza pretendere di cambiare il mondo nello spazio di una notte, altrimenti la sindrome del pendolo colpirebbe ancora».

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