Genova, come è finita la storia della parrocchiana 72enne che perseguitò il prete: condannata a 2 anni e 2 mesi di carcere per stalking
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La parrocchiana di 72 anni accusata di aver perseguitato un prete di 55 anni è stata condannata a due anni e due mesi. «Ero costretto a nascondermi. Non potevo sopportare tutto questo, mille chiamate sul telefono del convento», aveva raccontato l’uomo. La donna si era innamorata di lui ed era riuscita a ottenere il suo numero di cellulare con la scusa di voler ricevere supporto spirituale in un momento difficile. Poco dopo, però, sono iniziati i messaggi ambigui e – di fronte al rifiuto del prete – le chiamate insistenti. Tutto è iniziato nel 2015 quando il sacerdote era in servizio alla Basilica di Sant’Antonio a Padova. Quando le telefonate sono diventate vere e proprie persecuzioni, l’uomo è stato trasferito prima a Bologna e poi a Genova.
Le persecuzioni
Nonostante gli spostamenti e i continui tentativi di tenerla lontana, la 72enne non si è mai fermata. Lui era finito in cura da uno psicologo e a lei era stato imposto il divieto di avvicinamento. «Sono stato costretto a cambiare numero di telefono. Ha creato finti profili Facebook dove scriveva che avevo abusato di donne e bambini come se fossero mie dichiarazioni. Non riesco ad uscire, non riesco ad entrare in contatto con la gente. Ho iniziato a stare male, ad avere attacchi di ansia. Si bloccava la gola e mi facevano le punture di cortisone», aveva dichiarato il sacerdote. La parrocchiana era stata già condannata a Bologna per stalking e calunnia oltre che per la violazione del divieto di avvicinamento. All’udienza di oggi 17 febbraio è stata condannata a 2 anni e 2 mesi per atti persecutori.