Provò a filmare due atlete sedicenni sotto la doccia. Condannato il campione olimpico di fioretto Andrea Cassarà
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Andrea Cassarà, due volte campione olimpico di fioretto, è stato condannato dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Brescia Andrea Guerrerio ad un anno e quattro mesi, per aver filmato due sedicennni intente a farsi una doccia, negli spogliatoi del Centro sportivo San Filippo. L’accusa è di tentata interferenza illecita nella sfera privata. Il 41enne, oro ad Atene 2004 e Londra 2012, ha allungato il cellulare nell’intercapedine degli spogliatoi. Le ragazzine, non schermitrici, erano impegnate in un altro sport nella stessa palestra. Hanno notato il cellulare e hanno urlato ma non sono riuscite a individuare il responsabile. A incastrare Cassarà è stato il circuito di videosorveglianza della struttura. Secondo quanto riporta Repubblica non è la prima volta che l’atleta finisce in aula per questioni simili. Nel 2007 fu denunciato per atti osceni: aveva mostrato le sue parti intime ad una ciclista fermata per strada a Cremona. Prosciolto per prescrizione, fu condannato a risarcire la parte civile e a pagarle le spese legali.
Il cellulare analizzato, i file cancellati e infine la rimodulazione dell’accusa
Inizialmente il sostituto procuratore Ettore Tisato iscrisse l’ex campione nel registro degli indagati con l’accusa di produzione di materiale pedopornografico e dispose il sequestro del suo telefono cellulare. Ma da un’analisi non emerse materiale compromettente, solo alcuni file cancellati alcuni giorni dopo i fatti denunciati. Ecco perché l’accusa fu riformulata in tentata produzione di materiale pedopornografico, a sua volta riformulata in tentata interferenza illecita nella sfera privata dal giudice al termine del processo abbreviato. «Speravamo nell’assoluzione – ha dichiarato a Repubblica l’avvocato Enrico Cortesi, difensore di Cassarà – ma siamo comunque soddisfatti del verdetto perché il giudice ha ritenuto insussistente la finalità a sfondo sessuale o peggio ancora pedopornografico. Restiamo comunque convinti che non sia successo nulla, per questo faremo sicuramente appello».