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Andrea Papi ucciso dall’orsa Jj4: non ci sarà alcun processo. L’amarezza dei famigliari: «Una pugnalata»

18 Febbraio 2025 - 17:13 Ugo Milano
orso mj5 aggressione andrea papi
orso mj5 aggressione andrea papi
La famiglia del 26enne aveva denunciato il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e il sindaco di Caldes per omicidio colposo. Il giudice decide di archiviare

Non ci sarà alcun processo per la morte di Andrea Papi, il 26enne ucciso il 5 aprile 2023 dall’orsa Jj4 mentre correva per i boschi della Val di Sole, in Trentino-Alto Adige. Ieri, lunedì 17 febbraio, il gip di Trento, Enrico Borrelli, ha disposto l’archiviazione della denuncia per omicidio colposo presentata dai famigliari della vittima nei confronti di Maurizio Fugatti, presidente della provincia di Trento, e Antonio Maini, sindaco di Caldes. A chiedere l’archiviazione era stata la procura, ma i familiari di Papi si erano opposti alla richiesta.

Le motivazioni del gip

La decisione del gip di Trento mette fine alla vicenda giudiziaria sulla morte di Andrea Papi prima ancora che possa iniziare un processo vero e proprio. Secondo quanto riportato dal giudice nell’ordinanza di archiviazione, «non può individuarsi in capo agli odierni indagati una serie di condotte complessivamente inadeguate alla luce del cosiddetto obbligo di garanzia». E per quanto riguarda l’orsa Jj4, il giudice precisa che «le modalità protettive ipotizzate dalla Provincia sono state oggetto di specifico contenzioso che non consentiva la loro attuazione in concreto». Insomma, riassume il giudice, «non emerge una condotta omissiva colposa» né da parte del comune né da parte della provincia di Trento.

La rabbia dei familiari

L’archiviazione decisa dal gip non è affatto piaciuta alla famiglia di Andrea Papi. Con i genitori Carlo e Franca e la sorella Laura che al Corriere del Trentino parlano di «profonda e infinita delusione», che «ci fa più male di una pugnalata». I familiari del 26enne ucciso assicurano che continueranno a chiedere giustizia e hanno dato mandato ai propri legali di aprire il capitolo civilistico. «Eravamo stati preparati al fatto che si sarebbe potuta concludere così, ma speravamo – aggiunge la famiglia di Papi – di arrivare almeno al processo, che si potesse discutere nel corso di un dibattimento una questione tanto grave e che non riguarda più soltanto noi, ma tutti i trentini e i numerosi turisti».

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