Caso Clostebol, Djokovic contro Sinner: «Ci sono favoritismi nei controlli antidoping»
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Secondo Novak Djokovic, la maggior parte dei tennisti ritiene che il sistema antidoping sia piegato dai favoritismi. Il campione serbo non ha fatto mistero di riferirsi al caso di Jannik Sinner. Il tennista italiano ha patteggiato ricevendo una sospensione di tre mesi dopo la positività al Clostebol, sostanza dopante assunta involontariamente tramite un massaggio. «Ho parlato con diversi giocatori, non solo negli ultimi giorni ma anche nei mesi precedenti. La maggior parte di loro non è soddisfatta di come è andato l’intero procedimento e pensa che non sia stato giusto. Molti credono che ci siano stati favoritismi», ha dichiarato Djokovic. Menzionata dal tennista anche la polacca Iga Swiatek, sospesa per un mese nel corso del 2024 per la trimetazidina, un farmaco per il cuore che può avere effetti che facilitano le prestazioni sportive
Djokovic contro Sinner: «Se sei importante puoi piegare le regole»
Dalle parole del tennista serbo emerge l’opinione che la pena inflitta al collega italiano dall’agenzia mondiale antidoping (Wada) sia insufficiente e iniqua rispetto ad altre stabilite per casi simili. «Altri giocatori che sono forse meno noti, che hanno lottato per anni per risolvere i loro casi o che sono stati sospesi per molto tempo. Penso che sia davvero il momento di fare qualcosa perché è chiaro che in questo modo il sistema non funziona». «I due casi di Iga Swiatek e Jannik Sinner hanno attirato molta attenzione e non è una buona immagine per il nostro sport», ha dichiarato lunedì il 24 volte campione del Grande Slam dal Qatar Open. «Sembra che tu possa quasi influenzare l’esito se sei un giocatore di alto livello, se hai accesso ai migliori avvocati e quant’altro», ha aggiunto Djokovic.
Gli altri tennisti
Altri giocatori ed ex giocatori come Nick Kyrgios, Stan Wawrinka e Tim Henman hanno sollevato dubbi sul caso di Sinner. Secondo Kyrgios, l’esito della vicenda del tennista altoatesino «vuol dire potete doparvi». Mentre Henman ha commentato la tempistica del divieto, suggerendo che la scadenza appena prima del Masters di Roma e dell’Open di Francia sia «troppo comoda». Nessuna accusa a Sinner invece da parte di Djokovic. Il serbo non suggerisce mai che il collega italiano abbia infranto le regole intenzionalmente, ma si limita chiedere una revisione del sistema.