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Caro Cristicchi, adesso ti scrivo un po’. L’incredibile guerra fra le rubriche della posta di Corriere e Repubblica

18 Febbraio 2025 - 14:07 Anna Clarissa Mendi
Aldo Cazzullo (sinistra), Francesco Merlo (destra e Cristicchi in mezzo
Aldo Cazzullo (sinistra), Francesco Merlo (destra e Cristicchi in mezzo
Il brano "Quando sarai piccola" dedicato alla madre malata di Alzheimer, fa litigare le firme di Corriere della Sera e Repubblica, Aldo Cazzullo e Francesco Merlo

Elogi e polemiche. C’è chi piange ascoltando Quando sarai piccola di Simone Cristicchi. Chi, al contrario, lo critica per l’eccessiva «romanticizzazione» dell’Alzheimer. C’è poi chi ha reso il cantautore romano una specie di nuovo beniamino della destra dopo le sue dichiarazioni sulla maternità surrogata e per lo spettacolo sulle foibe che gli è costato contestazioni e minacce; e chi, invece, – scrive Dagospia – ricorda la canzone che scrisse vent’anni fa per Il Riformista. L’enigma Cristicchi, insomma. Per lui, intanto, questo dualismo è un attacco diretto alla sua «integrità morale». Ma il brano dedicato alla madre malata e arrivato quinto al Festival di Sanremo divide le firme di Corriere della Sera e Repubblica, Aldo Cazzullo e Francesco Merlo e così le due testate hanno schierata l’una contro l’altra armate le loro rubriche delle lettere.

Aldo Cazzullo difende Cristicchi da Francesco Merlo

Cazzullo, per rispondere a Merlo che aveva definito «una lagna» la canzone di Cristicchi, sfrutta una lettera di un lettore, definendo invece coraggiosa la scelta del cantautore di parlare al grande pubblico dell’esperienza «che prima o poi tocca a tutti» della perdita di un genitore. «Però nelle canzoni non se ne parla quasi mai», sottolinea la firma del Corriere della Sera, secondo cui la canzone di Cristicchi «è un’opera senza tempo» e che «resterà nella storia» al pari de Il cielo in una stanza di Gino Paoli. «Libero Francesco Merlo di definirla una lagna».

Merlo chiama in soccorso la scrittrice Serri e contrattacca

Anche Merlo aveva utilizzato la rubrica della posta che tiene su Repubblica per attaccare Cristicchi. In quel caso non era stata una missiva di un lettore comune a suscitare la risposta, ma la lettera (forse chiamata) di una scrittrice a lungo collaboratrice del gruppo Repubblica-Espresso, Mirella Serri. Con lei duettava inizialmente sulla «lagna» che «si inscrive nel vittimismo della lacrimuccia che è l’ideologia dominante italiana». Dopo la risposta a distanza di Cazzullo oggi Merlo insiste, richiamando in servizio la Serri che con una nuova missiva apre ancora la rubrica delle lettere di Repubblica, ormai trasformata in salottino letterario-musicale. Merlo non si arrende a Cazzullo: «È vero che ha tentato la poesia, il simpatico Cristicchi, ma il risultato è in sanremese ordinario: corruzione della musica, degrado del sentimento, rinnegamento della voce come mezzo di espressione», scrive il giornalista. Aggiungendo di essere «pronto a solidarizzare per tutto ciò che Cristicchi patisce e subisce», ma ribadendo che la sua canzone «rimane una lagna. Anche se è di gran lunga migliore delle sciocchezze seriali che, non solo sui social, gli ammiratori di Cristicchi stanno producendo in sua difesa».

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