Hamas: «Giovedì restituiamo 4 corpi». Tra loro i piccoli Bibas con la madre. Netanyahu: «Sabato rilascio di 6 ostaggi vivi»


Giovedì la consegna a Tel Aviv dei corpi di quattro ostaggi, tra cui quelli della famiglia Bibas, poi sabato la liberazione di sei prigionieri. Con l’intesa tra Hamas e il governo israeliano, trovato durante le trattative portate avanti negli ultimi giorni al Cairo, finisce la prima fase dell’accordo per il cessate il fuoco. Lo confermano l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il capo negoziatore di Hamas, Khalil al Hayya, che ha ribadito la promessa di Israele di concedere l’ingresso nella Striscia a macchinari pesanti, rimorchi e materiali edili. Tra i rapiti vivi che saranno riconsegnati il 22 febbraio in cambio di prigionieri palestinesi ci sono anche Hisham al-Sayed e Avraham Mengistu, a Gaza da oltre dieci anni. La speranza per Hamas è che, esaudendo i desiderata di Tel Aviv, si raggiunga al più presto a un’intesa anche per la seconda fase della tregua. Con la speranza che possa includere un cessate il fuoco completo e il ritiro dell’Idf dalla Striscia di Gaza.
Otto corpi e sei ostaggi vivi
Quattro cadaveri giovedì 20 febbraio, altri quattro la settimana prossima. Tra i primi anche quelli di Shiri Bibas e dei figlioletti Kfir (5 anni) e Ariel (2 mesi), il cui padre Yarden era stato liberato l’1 febbraio. Sono ora dunque confermate le loro morti, come Hamas aveva già annunciato in un video nel novembre 2023 attribuendo la causa ai bombardamenti dell’Idf. «La grande preoccupazione» sulla loro sorte, come aveva ammesso il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari, si è ora trasformato nella certezza del decesso. Gli otto corpi, sommati ai sei ostaggi vivi liberati, portano al termine la prima fase di tregua. Resteranno dunque nella Striscia altri 59 ostaggi, solo 24 sono ritenuti vivi e dovrebbero essere liberati nelle prossime settimane se le due parti riusciranno a concordare un nuovo cessate il fuoco. Hamas ha sottolineato la necessità per Israele di «implementare tutte le disposizioni dell’accordo senza eccezioni o ritardi».
La posizione di Hamas sulla seconda fase della tregua
Secondo quanto stabilito nelle trattative del Cairo, in cambio della liberazione di sei ostaggi in una volta sola Hamas avrebbe ottenuto «l’introduzione di attrezzature pesanti per estrarre i corpi di coloro che sono stati uccisi». La seconda fase della tregua, secondo il gruppo paramilitare palestinese, sarebbe sistematicamente ritardata da Tel Aviv mentre Hamas stesso sarebbe «pronto a inizarla immediatamente».