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L’IA, i dazi di Trump, la Cina. Mario Draghi: «Ecco perché l’Ue deve agire come un solo Stato» – Il video

18 Febbraio 2025 - 09:51 Alba Romano
L'ex presidente del Consiglio, già governatore della Bce, al Parlamento europeo: ci vuole un cambio di prospettiva rapido

«Non si può dire di no a tutto. Bisogna fare qualcosa». Con queste parole Mario Draghi suona la sveglia all’Europa. Parlando all’Eurocamera per la settimana parlamentare, l’ex presidente del Consiglio, già governatore della Bce, ha spronato l’Unione a muoversi in sincronia per affrontare le sfide che la legislatura insediatasi dopo le elezioni dello scorso giugno dovrà affrontare nei prossimi cinque anni. «L’Ue è stata creata per garantire pace, indipendenza, sicurezza, sovranità e poi sostenibilità, prosperità, democrazia, equità. Di base siamo riusciti a garantire tutto questo. Ora il mondo confortevole è finito, e dobbiamo chiederci, vogliamo difendere questi valori o dovremmo andarcene, e andarcene dove?», ha incalzato. Tra le sfide del prossimo lustro, Draghi annovera quella dell’intelligenza artificiale, i prezzi e l’energia, e il mutato scenario geopolitico con la presidenza degli Usa di Donald Trump e il nuovo rapporto con la Cina.

L’Intelligenza Artificiale

Draghi ha spiegato a Bruxelles che il ritmo dei progressi nell’intelligenza artificiale ha subito una rapida accelerazione: «Abbiamo visto modelli di frontiera raggiungere quasi il 90% di accuratezza nei test di riferimento per il ragionamento scientifico. Superando i punteggi degli esperti umani. Abbiamo anche visto modelli diventare molto più efficienti. Con costi di formazione in calo di un fattore dieci e costi di inferenza di un fattore oltre venti. Per ora, la maggior parte dei progressi sta ancora avvenendo al di fuori dell’Europa. Otto degli attuali primi dieci grandi modelli linguistici sono stati sviluppati negli Stati Uniti, mentre gli altri due provengono dalla Cina. Ogni giorno che ritardiamo, la frontiera della tecnologia si allontana da noi. Ma i costi in calo sono anche un’opportunità per noi di recuperare più velocemente».

I prezzi e l’energia

L’ex governtore della Bce ha anche detto che i prezzi del gas naturale «rimangono altamente volatili, in aumento di circa il 40% da settembre, e i margini sulle importazioni di Gnl dagli Stati Uniti sono aumentati in modo significativo dall’anno scorso. Anche i prezzi dell’energia sono generalmente aumentati in tutti i paesi e sono ancora 2-3 volte più alti di quelli negli Stati Uniti. E abbiamo visto il tipo di tensioni interne che potrebbero sorgere se non agiamo con urgenza per affrontare le sfide create dalla transizione energetica». Mentre riguardo Trump, «se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro, possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa».

La Cina e i dazi

L’ex premier italiano aggiunge che mentre prima si parlava dell’ascesa della Cina ora, nei prossimi mesi l’Ue dovrà affrontare i dazi imposti dalla nuova amministrazione statunitense, «ostacolando l’accesso al nostro principale mercato di esportazione. Inoltre, l’aumento dei dazi statunitensi sulla Cina reindirizzerà l’eccesso di capacità produttiva cinese in Europa, colpendo ulteriormente le imprese europee. In effetti, le grandi aziende dell’Ue sono più preoccupate di questo effetto che della perdita di accesso al mercato statunitense».

Gli Stati Uniti

Secondo Draghi «potremmo anche trovarci di fronte a politiche ideate per attirare le aziende europee a produrre di più negli Stati Uniti, basate su tasse più basse, energia più economica e deregolamentazione. L’espansione della capacità industriale negli Stati Uniti è una parte fondamentale del piano del governo per garantire che le tariffe non siano inflazionistiche. E – se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro – possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte da soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa», ha concluso.

Draghi: «Superare il principio di unanimità nell’Ue»

Per snellire il proprio processo decisionale, l’Unione Europea dovrebbe superare il dogma dell’unanimità al Consiglio, che può approvare provvedimenti solo se nessuno dei membri si dichiara contrario. «Il rapporto dice che per essere in grado di attuare le cose, dobbiamo cambiare il nostro modello decisionale. Per farlo l’unanimità dovrebbe continuare a essere fondamentale in linea di principio per le decisioni dell’Ue? Il rapporto suggerisce che, in effetti, non dovrebbe esserlo, che dovremmo passare a una maggioranza qualificata in molte aree», ha detto Draghi.

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