Si complica il caso di Acerra. Sul pitbull Tyson non ci sarebbe finora traccia del Dna della piccola Giulia. Oggi l’autopsia sul corpo della piccola
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Saranno analizzati i campioni delle feci dei due cani di proprietà del padre di Giulia, la bimba di nove mesi aggredita ad Acerra da uno dei due animali, Tyson, un pitbull, e morta nella notte tra sabato e domenica. Sono in attesa di essere controllati dall’Asl Napoli 2, alla ricerca di eventuali tracce organiche della piccola. Questo perché, secondo indiscrezioni, non sarebbero state trovate tracce di Dna sull’esterno del pitbull che avrebbe aggredito la bambina, di preciso nell’analisi sulle mascelle. Le verifiche sono state disposte dalla Procura di Nola, che ha aperto un fascicolo in seguito alla morte della piccola, ed indagato il padre, per omicidio colposo. L’uomo quella notte aveva in custodia la figlia, mentre la madre si trovava al lavoro. I due animali, dopo l’aggressione, sono stati prelevati e si trovano ora in un canile a Frattaminore.
La dinamica e il buco di un’ora
Il padre della bambina è proprietario di due cani: il primo Tyson, un pitbull, da 25 chili, che è con l’uomo da 8 anni. L’altro cane è una meticcia, Laika, adottata da un canile poco più di un anno fa. E proprio sul cranio della cagnolina è stata trovata una macchia da “imbrattamento da sangue”. Si tratta dell’unica traccia ematica finora rilevata sui due animali. E, secondo quanto trapelato nella trasmissione La Vita in diretta, gli inquirenti sono tornati di nuovo nel condominio per confrontarsi con i vicini della coppia. Anche perché non è chiaro come mai nessuno nel palazzo non abbia potuto sentire qualcosa. «Ero con mia figlia, la stavo accudendo, come faccio normalmente. La mamma era al lavoro e ho portato Giulia sul letto matrimoniale per giocare. Verso le 22 si è addormentata», avrebbe raccontato il padre della piccola dagli inquirenti. «Mi sono svegliato di soprassalto prima di mezzanotte, non ho trovato più Giulia che dormiva alla mia sinistra sul letto. Ho pensato che fosse rientrata Angela (la compagna era al lavoro, ndr) e che l’avesse presa lei. Ho aperto la porta e l’ho chiamata, ma non mi ha risposto. Ho fatto il giro del letto e a terra c’era Giulia in una pozza di sangue. Nella stanza ho visto Tyson ma era lontano dal corpo». Quella sera l’uomo avrebbe subito preso la bambina e sarebbe corso verso la clinica Villa dei Fiori di Acerra, la più vicina all’abitazione. I sanitari non sono riusciti a salvarla. In un primo momento ai medici l’uomo ha raccontato che la bimba era stata aggredita da un randagio. Ma poi ha cambiato la sua versione, davanti agli agenti. Dagli esami tossicologici è emerso che aveva assunto cannabinoidi.
Le smentite: «Tyson non ha aggredito nessun cane»
Tyson è stato definito “tranquillo” dal suo proprietario: e non sarebbe stato lui, secondo quanto appreso da Ansa, il responsabile dell’aggressione di un cagnolino avvenuta la scorsa estate, così come invece riferito alla stampa dai vicini di casa nei giorni scorsi. Vincenzo Loffredo, come spiega il suo legale, l’avvocato Luigi Montano, «non si dà pace, è distrutto dai sensi di colpa per quanto accaduto», così come devastata è sua moglie Angela. I due, spiega l’avvocato, sono insieme e cercano di darsi forza.
La terza verità: il padre era davvero in casa?
Gli inquirenti stanno analizzando anche i circuiti di videosorveglianza della zona. Precisamente tra le 20 e mezzanotte, per capire se il padre della bambina sia uscito e rientrato in casa lasciando incustodita la piccola. Si svolgeranno giovedì, nel Duomo di Acerra, i funerali di Giulia. Su volontà dei familiari potrebbero svolgersi in forma privata. Oggi è stato effettuato l’esame autoptico sul corpo della piccola. E anche questo sarà determinante per capire se il morso del cane ha provocato la morte della bambina di nove mesi.