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Veneto, il caso dell’alunno plus dotato bocciato ma riammesso grazie al Tar

18 Febbraio 2025 - 10:46 Alba Romano
tar veneto
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I giudici hanno riconosciuto che la scuola non ha rispettato le linee guida ministeriali sui Bes e sulla plusdotazione

Bocciato dagli insegnanti, ma promosso dal Tar. È il caso di un ragazzo riconosciuto dalla scuola come plusdotato, con necessità di bisogni educativi speciali (Bes), che potrà ora accedere alla classe successiva dopo che il tribunale ha annullato la decisione dell’istituto. L’alunno, iscritto alla seconda media, era stato non ammesso alla terza classe a causa di alcune insufficienze, una partecipazione ritenuta scarsa e comportamenti giudicati non sempre adeguati. I genitori, ritenendo la decisione ingiustificata e dannosa, hanno fatto ricorso al Tar, dichiarando che la scuola non aveva adottato strategie di supporto adeguate (e non, come precedentemente riportato, «perché troppo dotato»), come un Piano Didattico Personalizzato, nonostante la sua condizione di plusdotazione lo prevedesse. 

La decisione del Tar

Il Tar ha accolto il ricorso, sottolineando che la scuola non ha motivato adeguatamente la bocciatura, limitandosi a segnalare le insufficienze senza spiegare perché lo studente non potesse recuperare. Inoltre, è emersa una chiara contraddizione: l’istituto ha dichiarato l’impossibilità di miglioramento, ma al contempo ha suggerito un percorso di recupero. Secondo i giudici, la bocciatura ha violato le normative scolastiche, che prevedono la promozione anche in presenza di insufficienze se esistono margini di recupero. In questo caso, il Consiglio di Classe non ha fornito prove convincenti che giustificassero lo stop. Non solo: il Tar ha riconosciuto che la scuola non ha rispettato le linee guida ministeriali sui Bes e sulla plusdotazione, che impongono percorsi didattici personalizzati per valorizzare le potenzialità degli studenti con capacità cognitive superiori alla media.

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