La piccola Giulia uccisa dal pitbull ad Acerra, le prime conferme dall’autopsia: le ferite sulla bambina. Quali dubbi restano sul padre
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Sul corpo della piccola Giulia sono stati trovati morsi compatibili con i denti di un cane. È uno dei primi dettagli emersi dall’autopsia svolta sul corpo della bambina di 9 mesi di Acerra, in provincia di Napoli, morta dopo l’aggressione del pitbull di famiglia. Secondo Fanpage, che fonti qualificate nell’inchiesta, almeno su questo aspetto non dovrebbero esserci più dubbi: la bambina è stata aggredita dal cane Tyson, mentre si trovava in casa assieme al padre 25enne, Vincenzo Loffredo. Ma è proprio sulle amnesie dell’uomo che restano alcuni dei punti ancora da chiarire. L’uomo è indagato per omicidio colposo, omessa custodia e vigilanza del pitbull di 25 chili.
Le ferite sul corpo della bambina
L’autopsia è stata svolta dal medico legale Maurizio Saliva ieri martedì 18 febbraio. Cinque ore di esame autoptico, iniziato alle 14 e terminato alle 19: «Farlo su una bambina di 9 mesi non lo auguro a nessuno – ha ammesso il medico a Repubblica – È una vicenda difficile da affrontare ed è molto doloroso». Saliva aveva anticipato di aver trovato «lesioni importanti alla testa e al viso». La bimba aveva anche delle contusioni al colo, che però non era rotto. Effetto, si ipotizza, del trascinamento del cane.
I dubbi sulle tracce organiche della bambina sui cani
Non trovano invece riscontro le indiscrezioni sull’assenza di Dna della bambina sul cane. I risultati dei tamponi non son ancora arrivati. Per quanto riguarda invece la voce relativa all’assenza di tracce organiche nella bocca del cane, secondo Fanpage si tratterebbe di un equivoco: i veterinari al momento del primo controllo non avevano trovato nulla nella bocca del cane. Ma le tracce di materiale organico potevano anche essere state eliminate dopo aver bevuto. Saranno le analisi sulle feci a chiarire anche questo aspetto.
Il sopralluogo in casa
Oggi 19 febbraio si è svolto anche il sopralluogo nell’appartamento del rione IceSnei di Acerra. Un esame indispensabile per chiarire se la bambina si trovava sul letto matrimoniale, come riferito dal padre, se sia caduta da sola oppure trascinata dal cane. Ma non si può ancora escludere che la bambina fosse tra le braccia del padre.
I dubbi sul padre
Il padre della bambina è risultato positivo all’hashish, negativo invece a cocaina e oppiacei e all’alcol. Ma non è chiaro ancora se abbia fumato nello stesso giorno in cui è morta la bambina, quando ha raccontato alla polizia di essersi messo davanti alla tv con la bambina, che verso le 22 ha detto essersi addormentata.
Loffredo però dice di non ricordare che cosa è successo lo scorso sabato tra le 22.30 e la mezzanotte, perché dormiva. L’uomo lavora come barista. Quel giorno era uscito alle quattro del mattino e aveva lavorato fino alle 15. Dopo aver visto la partita del Napoli, si è addormentato sul letto matrimoniale, dove si trovava anche la bambina. La moglie era ormai uscita per andare al lavoro in pizzeria.
Quando poi si è svegliato, ha detto di aver trovato per terra la bambina in una pozza di sangue. Ed è stato in quel momento che ha portato la piccola Giulia alla clinica Villa dei Fiori, dove però per lei non c’era più niente da fare. Le immagini delle telecamere della zona potrebbero escludere, per esempio, che l’uomo fosse uscito di casa in quel lasso di tempo, lasciando la bambina sola col cane.